Secondo l’ultimo sondaggio, se in GranBretagna si rivotasse oggi per l’uscita dalla UE, vincerebbe di gran lunga la permanenza nell’Unione.
Questo perché la gente ha capito un po’ meglio i termini della questione e perché la gestione, da parte del governo, della trattativa con Bruxelles è stata confusa e piena di polemiche interne alla maggioranza.
Ci rifletta il nostro ministro “alla democrazia diretta”. Come si fa a sottoporre a referendum, prendere o lasciare, questioni tecniche così complicate.
Ogni elettore vede il problema -che ha dimensioni enormi, anche contraddittorie- dal suo microscopico angolo visuale, in base a qualche sentito dire o, peggio, a qualche retroscena complottista letto su internet.
Il cittadino normale si accorge della esistenza dell’Europa solamente da una etichetta al supermercato, da un contributo per piantare o non piantare una coltivazione, per il sostegno alla produzione del film che sta per vedere.
Di fronte a scelte epocali (e la brexit lo è) siamo impreparati e soli. Certo, tutt’intorno pullulano i consigli e le analisi, in genere funzionali alle scelte ideologiche dei partiti e agli interessi delle associazione di categoria. Sono semplificazioni e schematismi preparati da chi o non ne sa molto più di noi o è in malafede.
Quanti in Inghilterra avevano capito, ad esempio, che si sarebbe riaperta la questione irlandese, appena conclusa dopo anni di terrorismo e centinaia di morti? Secondo me nemmeno Cameron ma egli non si è posto il problema perché tanto pensava di vincere facilmente.
Ecco il problema principale: se uno è davvero uno statista pensa innanzi tutto alle conseguenze delle sue decisioni, anche in caso di sconfitta. Chi ha potere deve sapere che maneggia una bomba atomica e che risponderà delle conseguenze: la sfiducia del tuo elettorato e la perdita alle elezioni non varranno mai quanto portare la Nazione all’avventura.
Nessuno ricorderà se hai vinto alle votazioni ma, al contrario, tutti ricorderanno che la tua vigliaccheria, la paura di assumere le tue responsabilità, la furberia di scaricare sugli elettori la decisione è costata l’isolamento internazionale del Paese, la perdita di migliaia di posti di lavoro, l’abbandono di decine di aziende all’avanguardia scientifica e tecnologica che, come tali, non possono vivere fuori dal mercato comune e alla periferia dell’impero.
Alla fine mi sono convinto che chi governa bene, nell’interesse generale, senza privilegiare nessuno, deve mettere in conto di essere misconosciuto, frainteso o semplicemente dimenticato. L’elettore e’ distratto, avido e ingrato ma lo hanno reso così i partiti che lo hanno incitato a vendere il proprio voto.
In Italia, solo limitandoci agli ultimi governi, abbiamo avuto l’abolizione dell’IMU di Berlusconi, gli 80 euro di Renzi, i 780 euro del reddito di cittadinanza di DiMaio, la pensione anticipata da parte di Salvini. Tutti, guarda caso, hanno mietuto magnifici successi elettorali.
Per rimanere in GranBretagna, esemplare è la sorte di Churchill. Un uomo, da solo, contro tutto l’establishment ha il coraggio o la pazzia di provare a fermare Hitler, riesce a coinvolgere gli Stati Uniti, convince la Nazione a resistere ai bombardamenti e a mandare i propri figli al di là della Manica, riporta -dopo una carneficina di milioni di morti- una vittoria imprevedibile e miracolosa e cosa fanno gli inglesi alle elezioni? Gli votano contro.
C’è’ qualcuno che pensa che se in Inghilterra o negli Stati Uniti si fosse chiesto agli elettori il consenso e il permesso di entrare in guerra, la Storia oggi racconterebbe la stessa storia?
Una bella diarchia Germania-Unione Sovietica ci toglierebbe tutti questi disagi e dubbi nel come votare, quale partito scegliere, ci risparmierebbe di accapigliarci su che tipo di democrazia vogliamo.
La vicenda della brexit sia di monito a chi scredita l’Europa, si fa beffe dei francesi, ironizza sulle abitudini alcoliche del presidente dell’Unione, insolentisce la Merkel, vagheggia e vaneggia una uscita dall’euro. Ragazzi state attenti: scherzate col fuoco!
Gianluca Veronesi
Lascia un commento