(di Rosa Lusse-Arcipelago)-
Le occasioni perdute
E’ di questi giorni tutta una serie di prese di posizioni sindacali, ,se non di contrasto aperto, almeno di ‘’forte perplessita’’’, sulle ‘’non scelte’’ dell’amministrazione locale.
Il dibattito e’ forte e del tutto comprensibile. A noi non interessa pero’ fare attacchi politici o schierarci con chicchessia. Vorremmo parlare di idee e strategie per non morire.
Una citta’ ripiegata su se stessa ha bisogno ancora di piu’ di futuro e di sapere come puo’ arrivarci.
Il dissesto e’ una mannaia dalle conseguenze ancora non ben chiare per tutti i cittadini ma ci pare poco nota anche a chi ci amministra. Non e’ un incidente di percorso ma una pietra tombale su tutti noi che aggrava la gia’ grave crisi generale.
Senza effetti speciali, purtroppo assai drammatici, non se ne uscira’. Occorre pensare tutti insieme cosa sacrificare oggi per salvare il domani,.non si puo’ non fare nulla oggi e sperare per domani.
Cosi non funziona.
I veti incrociati delle forze politiche oggi non possono avere voce a prescindere e voler difendere tutti oggi vuole dire non difendere nessuno domani.
Fisiologicamente il nostro comune vive al di sopra delle proprie possibilita’ e spende piu’ di quanto incassi (dicono 25 milioni di spese annue , si badi,. ordinarie, noi pensiamo anche di piu’)
Poi c’e’ il dissesto che andava obbligatoriamente ripianato in 5 anni e comunque nel corso del mandato.
Ora ne abbiamo solo piu’ quattro di anni e quindi aumenta la quota. Poi ci sono i soldi prestati che pero’ vanno restituiti in tre anni e quindi sempre nel mandato.
Poi ci sono i dipendenti comunali diretti e quelli delle societa’; tutto e’ andato avanti per inerzia, sullo schema organizzativo ahime’ ancora della precedente amministrazione.
La politica non vuole mai dare dispiaceri, specialmente se per essere eletta ha ritenuto di non eccedere nelle disgrazie annunciate.
Ora puo’ gia’ essere tardi ma si deve fare e anche in fretta.
Non si puo’ non intervenire sul personale. Non si puo’ non intervenire sulle societa’, non si puo’ annunciare lavori sapendo che non si possono fare, non si deve chiedere al GOVERNO cio’ che non si puo’ piu’ chiedere essendo dissestati. Avolte ci sembra che la corposa legge sul dissesto non sia proprio sui comodini da notte di chi ci amministra.
Dobbiamo fare e in fretta, affrontando a muso duro ma responsabilmente e in modo trasparente tutti i portatori di interessi con cui decidere chi e cosa buttare giu dalla torre, ma buttare.
Cosi forse lanciamo un asso sul futuro. Se non facciamo cosi’ non solo non ipotechiamo una ripresa ma rischiamo di commissariare i commissarI. E non sarebbe una bella cosa.
La politica oggi non puo’ risolvere il problema.
Mediazioni basse, reticenze, strategie di alleanze visibili o subdole, schieramenti elettorali, finte trattative sindacali non sono rimedi straordinari per situazioni straordinarie. Sono balletti sul ‘’titanic’’
Proviamo ad uscirne tutti insieme, tutti quelli di buona volonta’ che usano la propria testa e non le deleghe per conto terzi.
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