Una cosa è certa in politica, in questo Paese non ci si annoia mai.
Le elezioni dell’11 giugno hanno confermato una suggestione che esprimemmo all’indomani del referendum del 4 dicembre.
Un voto “trumpista in salsa mediterranea” che ha visto la cosiddetta “politica” ancora una volta seriamente penalizzata.
Nonostante infatti la diffusa “furbata” delle liste cosiddette civiche (una volta con più pudore si chiamavano liste civetta e raccattavano voti “incerti e confusi”e “personali”) il voto si è espresso come “voto anti establishment”.
Questo lo possiamo rilevare sul territorio nazionale ma la nostra cartina di tornasole è Alessandria.
Nella nostra città infatti registriamo un’affluenza di circa sette punti in meno rispetto alle precedenti elezioni amministrative.
Facciamo altresì notare che se in una tornata amministrativa, dove indubbiamente conta il personaggio, l’astensione è di così “ampia portata” non è difficile immaginare alle prossime elezioni politiche un calo dell’affluenza che ci porterà al di sotto del 50% dell’elettorato.
I cittadini che si sono recati alle urne invalidando tutto ciò che i sondaggisti avevano ipotizzato (tzunami grillino ecc ) sono gli stessi cittadini che oggi vivono una crisi senza precedenti, una crisi devastante che, mercé la globalizzazione, le nuove tecnologie, la finanziarizzazione della economia, impoverisce senza rimedio una classe sociale vastissima.
La percezione poi di una insicurezza del futuro per sé e i propri figli richiede sempre piu’ una “protezione” che solo chi è al potere può dare.
Una protezione che, tuttavia, accanto ad un rifiuto di questa “roba” che tutti noi ci ostiniamo a chiamare politica ha indubbiamente nel voto connotazioni conservative e rischi per le istituzioni democratiche.
”Tentiamo di mantenere ciò che abbiamo, tentiamo di sopravvivere a questa crisi per noi e i nostri figli ma soprattutto non abbracciamo avventure”..
Il voto “contro”, il voto di contestazione a un establishment locale a nostro avviso si è espresso (spalmato ..?) quindi
- nella scarsa affluenza
- in liste Grilline
- nella lista Locci
- nella lista Quarto polo
- nella lista Ivaldi.
Lo stesso PD registra una perdita di consensi dalle ultime regionali del 2014 di circa 3500 voti.
Al ballottaggio poco importa a “loro signori” se la “spia dell’astensionismo” è stata ancora più luminosa; ci penseranno prontamente i media a “silenziare”, come dice Federico Fornaro, “questo malfunzionamento della democrazia e di perdita di autorevolezza e credibilità delle istituzioni rappresentative”.
Il gioco però non regge più; Indipendentemente dalla “ forte astensione”, o dalla volontà di colpire Rita Rossa votando il candidato di centro destra.. il gioco non regge più..perchè nessuno è più in grado di spegnere o almeno affievolire quella “spia rossa”.
Caldarola, ultimo attendibile “doroteo” del centro sinistra ancora una volta sbaglia nell’affermare che non ci sono altre vie d’uscita a questa situazione appellandosi ad un “sentiment” della sinistra perché “I partiti nascono e vivono, avrebbe detto Alfredo Reichlin, se hanno una ragione storica per esistere legata a una funzione nazionale”.
La via d’uscita c’è ma non tiene conto di questo “disastro”; “la protesta diventa sistema con un populismo di sinistra che ringrazia chi perde alle elezioni perché sono i cittadini che non hanno capito, e che in cambio della sconfitta , promette un mondo migliore ma poi non sa dirti dove sia e soprattutto da chi sia abitato.” (Tommaso Cerno)
Non si tratta di governare il disordine o rimettere insieme i cocci del centrosinistra con qualche datata operazione di “ingegneria politica”o richiamando alchimie politiche del passato..
Occorre prendere atto che il modello che ci ha guidato dalla fine della seconda guerra mondiale con i principi dell’equità, della prosperità e della sicurezza oggi non c’è più. Perché non garantisce più uguaglianza soprattutto di diritti e parità sociale.
Come afferma Romano Prodi, sono cambiatele passioni è cambiato il linguaggio per questo la via d’uscita deve avere un “direzione” Costituente che ripensi a questo nostro Paese e lo riscriva e non solo nelle regole che i Padri Costituenti ci lasciarono..
E’ un appello che scuramente incontrerà il favore di quei giovani che oggi, distanti anni luce dalla politica, ritengono tuttavia questa un’arte nobile.
Non pensiamo quindi ad un restyling di questa politica che ha steso drammaticamente sulla nostra realtà sociale un velo di menzogna e qualunque devianza mascherata da “machiavellismo” non ci convince, non ci ha mai convinto.
I cittadini, i giovani soprattutto che sempre più numerosi sentono di dover contare sentono l’esigenza di una forte e Grande e Operazione Verità.
A cominciare dalle ragion profonde, storiche che hanno prodotto nel nostro paese una grandissima incultura politica.
Arcipelago non ha partecipato al “confronto elettorale”, non ha fatto una “lista” perché ritiene che a fronte di una “crisi conclamata delle culture politiche tradizionali”, esista una cultura della cittadinanza, dei diritti e dei doveri, rispondente e responsabile, convinta che i cittadini, debbano contare… E non più essere contati.
Ma Arcipelago ha sentito l’obbligo di proporre una propria “visione di città” sulla quale chiamare il giudizio degli alessandrini attraverso il suo blog.
Cittadini: non individui tutti uguali, governabili da una “classe dirigente” con “frasi, promesse e tasse”, ma pluralità di soggetti che vorremmo convenissero autonomamente tra loro, in organismi dotati di personalità giuridica e politica e ai quali possano essere conferite funzioni rilevanti per il bene comune.
La chiave di volta di questo sistema è la rappresentanza: ne è prova l’interesse che “lor signori” pongono alla legge elettorale come “soluzione falsa a un falso problema”.
La rappresentanza oggi garantisce al cittadino un voto, dopo di che il nulla sul piano del controllo e della costruzione delle decisioni.
La rappresentanza di cui “parlano i cittadini” è invece quella che garantisce la partecipazione alla riscrittura, ormai indifferibile, delle regole del nostro vivere insieme, della forma dello Stato.
Questo significa che prima della decisione ultima (il voto) le persone debbono decidere della loro volontà di impossessarsi dei processi decisionali che influenzeranno la loro vita, che decideranno del bene comune.
L’iscrizione, al raggiungimento della maggiore età, alle liste elettorali non può più essere sufficiente ad esprimere “Democrazia” e un governo del popolo, in una società profondamente mutata e complessa non può essere affidato solo, e totalmente, a “questi” corpi intermedi.
Concretamente quindi solo l’iscrizione ad un Pubblico Registro degli Elettori su richiesta dei cittadini che intendono partecipare di volta in vol ta, esprimendo precisa delega, alla formazione della “governance” delle nostre Comunità potrà garantire il passaggio alla Democrazia del terzo millennio.
La Dichiarazione Pubblica di Volontà delle persone è quindi l’atto primo della formazione della decisione in modo più diretto; è l’atto che sancisce l’esercizio del diritto di voto in modo consapevole
Questa Dichiarazione riteniamo possa essere espressa in un Pubblico Registro degli Elettori che si può rendere pubblico mediante i siti web che parteciperanno al percorso.
Riprendere e cambiare quindi l’art. 49 della Costituzione finalizzato, in “quell’epoca storica”, alla costruzione dei corpi intermedi che si chiamano “partiti”; Partiti oggi totalmente inadeguati ad assolvere al compito per il quale erano stati costituiti ma respingendo altresì contemporaneamente i subdoli processi di disintermediazione in atto.
La Dichiarazione pubblica di volontà si concretizza quindi in momenti di confronto sulle questioni e contestualmente si pone l’obiettivo di giungere ad una sintesi della rappresentanza su due soggetti (soltanto DUE !!), garanzia di alternanza al governo della cosa pubblica.
Quartiere per Quartiere, Comune per Comune, Provincia per Provincia, Regione per Regione solo attraverso la Dichiarazione Pubblica di Volontà dei cittadini e con precisa Delega si costruiscono i corpi intermedi del Terzo Millennio.
È necessaria quindi una iniziativa di tipo culturale prima ancora che politica in senso stretto, che affronti l’Operazione Verità di cui sopra.
Il nostro impegno “Lanciare” quindi una nuova fase costituente, o se vogliamo, un nuovo Rinascimento basato sui Principi e sui Valori dell’uguaglianza e della responsabilità. La proposta rivolta alle persone più Responsabili e Coscienti è quella della costituzione di un Laboratorio che tracci i contenuti di QUESTA NUOVA FASE COSTITUENTE.
Un Laboratorio Politico che si propone di mettere in rete le conoscenze e le capacità di discussione, di studio e di ricerca, diffuse nelle istituzioni universitarie, nei centri di studio privati e pubblici, nelle associazioni e nelle fondazioni culturali, nel mondo delle professioni, nei soggetti economici privati e nella Pubblica amministrazione.
Un Laboratorio Politico che intende articolare la propria presenza sul territorio attraverso la propria attivazione sui social media, la realizzazione di position paper, issue newsgroup e iniziative formative (seminari, convegni, dibattiti e workshop) ed una “Infrastruttura leggera” che darà voce, in questa fase, a questa “alternativa costituente”.
Noi vogliamo essere parte di questo “processo costituente” attraverso la costruzione di “gruppi per la democrazia”, isole libere, plurali, solidali, di impegno e discussione, all’interno di ogni realtà territoriale, sociale e culturale.
Isole per un arcipelago di agorà a cominciare dalla nostra comunità locale.
Un percorso innovativo, fuori dagli schemi, che fida nel cuore e nelle menti dei cittadini che hanno compreso appieno la necessità di un radicale cambiamento di sistema.
Mettersi in rete quindi per diventare protagonisti, per riprendersi la politica e la vita.
Una “fase costituente” per la nostra comunità… dove “Maggioranza ed Opposizione” insieme si attivino per organizzare momenti di partecipazione “coordinata, informata e responsabile” affinché i cittadini costruiscano i soggetti di un sistema bipolare che si contenderanno il governo della città nel 2022.
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