(di Stefano Fassina)-
La bozza del Decreto Lavoro va cambiata a fondo. Il Jobs Act ha promesso un contratto a tutele crescenti. Ha portato invece un contratto a precarietà permanente. Va rivista la acausalità. Va ridotto il numero delle reiterazioni consecutive. Otto contratti in tre anni vuol dire contratti di quattro mesi. Si prospetta un drastico peggioramento per tanti uomini e donne dalle vite già troppo precarie. Va anche prevista una quota di stabilizzazioni minime per il riutilizzo dei contratti di apprendistato. Il decreto così non va. Il lavoro si crea con il sostegno ai consumi e agli investimenti. Il governo abbandoni la fallimentare via liberista della precarietà.
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