(di Angelo Mauro- da www.huffingtonpost.i)-
Nemmeno le polemiche nel giorno della proclamazione dell’eletto lo smuovono. Matteo Renzi non cambia linea su Vincenzo De Luca: verrà sospeso dalla carica di governatore della Campania, in nome della legge Severino e per via della condanna in primo grado per abuso d’ufficio, solo quando avrà nominato giunta e vicepresidente. In pratica, solo quando si sarà insediato. Perché solo allora il prefetto di Napoli potrà inviare a Palazzo Chigi il faldone di sospensione su De Luca: con la proclamazione della Corte d’appello emessa oggi e la sentenza di condanna del tribunale di Salerno. E’ questa la tesi che, secondo gli esperti che Renzi ha messo al lavoro sull’intricato caso De Luca, dovrebbe assicurare la nascita di un governo Pd in Regione, nonostante i ricorsi che piovono da ogni angolo dell’opposizione, Sel, M5s e Forza Italia. E poi c’è la speranza: che domani il tribunale di Napoli accolga il ricorso contro la legge Severino presentato dal sindaco Luigi De Magistris. Sarebbe un precedente che farebbe ben sperare anche per il ricorso presentato da De Luca e atteso a giorni, ragionano nel Pd.
Ma le rassicurazioni dei giuristi e gli auspici su De Magistris non rischiarano il clima. Che resta teso, a Roma e a Napoli. La proclamazione dell’eletto Vincenzo De Luca non è un giorno di festa. Lui, ‘lo sceriffo’, non si è nemmeno presentato per prendere il verbale. Glielo notificheranno a casa a Salerno, dove oggi ha trascorso la giornata insieme agli avvocati per studiare ogni singolo cavillo di quella che ormai si presenta come vera e propria telenovela giudiziaria. Adesso, De Luca aspetterà la proclamazione dei consiglieri regionali. Possono passare anche dieci giorni, tanti quanti ce ne sono voluti quando è stato eletto Stefano Caldoro. Poi dovrebbe convocare un primo consiglio regionale per le comunicazioni e poi un secondo per l’insediamento della giunta e del suo vice. Solo allora scatterà la sospensione da parte del Consiglio dei ministri, o meglio del premier e ministro degli Affari Regionali ad interim Matteo Renzi. Sospensione che – questa è la linea di azione di Palazzo Chigi – sarà retroattiva ma salverà l’atto di nomina della giunta e del vicepresidente in nome del principio di funzionalità dell’ente Regione.
Naturalmente, chi ha presentato ricorso la pensa all’opposto. L’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Movimento Difesa del Cittadino e ormai luminare delle contestazioni a chi non rispetta la Severino come De Magistris e De Luca, contesta anche lo stesso atto di proclamazione. “Nessun politico condannato o che si trovi nella situazione, pur temporanea, di interdizione può assumere la funzione; la scelta di procedere alla proclamazione è quindi un rischio che si decide di correre consapevolmente – sostiene – ma che va contro quanto stabilito dalla legge. L’interdizione di cui è portatore Vincenzo De Luca, come ha ribadito la Cassazione, è direttamente relativa alla sua persona, impedendogli in radice di esercitare qualsivoglia funzione pubblica e come sancito dalla Corte Costituzionale di adottare qualunque atto”. Forza Italia, Sel e M5s sono convinti che se Renzi non sospende subito De Luca commette un abuso d’ufficio. “Renzi sospenda subito De Luca o lo denunciamo per abuso d’ufficio”, dice il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta.
Di fronte a questa matassa alquanto aggrovigliata, al quartier generale Dem studiano anche la cornice politica che possa reggere la nascita della nuova giunta di De Luca. Per la carica di vicepresidente circolava il nome di Raimondo Pasquino, attualmente presidente del consiglio comunale a Napoli, ex rettore dell’università, esponente dell’Udc, ottimo rapporto con il sindaco partenopeo. Una nomina che confermerebbe l’asse tra De Magistris e De Luca, partiti diversi e anche avversari ma legati dalla stessa sorte dalla legge Severino e costretti a fare fronte comune di fronte alle accuse dell’opposizione. Ma Pasquino è nome che gira anche per la nomina a commissario per la bonifica di Bagnoli, nomina attesa da agosto dell’anno scorso: domani il consiglio dei ministri dovrebbe procedere. Ora, Pasquino spinge affinché il commissario sia De Magistris, Renzi è contrario, possibile che da tutto questo groviglio venga fuori il nome di Raffaele Cantone.
In ogni caso, la nomina del commissario è affare direttamente legato alla composizione degli equilibri politici intorno alla giunta di De Luca. Dentro, la giunta sarà composta prevalentemente da tecnici, anche se pare che i consiglieri più votati del Pd non siano tanto d’accordo. Anche questo è un nodo che De Luca dovrà sciogliere nei prossimi giorni. E certo se nei prossimi giorni il giudice ordinario accogliesse il ricorso contro la Severino, rinviando tutto alla Corte Costituzionale, il caso sarebbe risolto. Ma è l’unica chance per tirare un respiro di sollievo a Palazzo Chigi e a Palazzo Santa Lucia: il resto sono battaglie d’aula di tribunale tutte ancora da scrivere.
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