(da http://www.huffingtonpost.it/)-
Bersaniani, cuperliani, Giovani turchi, civatiani, Area riformista e presto nascerà anche la corrente dei “catto-renziani”, i cattolici molto vicini al premier. Si chiama così la nuova area del Pd, o come l’ha ribattezzata il bersaniano Cesare Damiano: “La corrente dei gatto-renziani”. Perché? “Se penso a Lorenzo Gurini, che ne fa parte – dice il presidente della commissione Lavoro della Camera – mi viene in mente un gatto. Ma attenzione, com’è noto, io amo i gatti!”. Comunque sia, la galassia Pd si interroga, prendendola più o meno sul serio, su questa nuova creatura che dovrebbe essere ufficializzata subito dopo Pasqua.
Alcuni, quelli che si collocano dall’altra parte, non sembrano troppo stupiti, anzi la linea è più o meno questa: “Almeno adesso escono allo scoperto”. Altri preferiscono non commentare, pur ricordando che Matteo Renzi si è sempre detto contrario a “correnti, divisioni, e polemicucce perché gli italiani non le vogliono. E il Pd con l’elezione di Sergio Mattarella ha dato una risposta all’altezza”. Parole del premier pronunciate non molto tempo fa, la sera dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Un ironico Alfredo D’Attorre commenta così la nuova corrente dei fedelissimi del premier: “Renzi è sempre stato contrario alle correnti, ma a quelle degli altri, di quelli cioè che non la pensano come lui”. Tanto è vero – ricorda l’esponente della minoranza dem, ex Ds – che “il segretario ha sempre mantenuto un’organizzazione ben strutturata attorno a lui, come dimostra la Leopolda”. Tuttavia “non ci vedo niente di male se in un grande partito si organizzano aree culturali, di impronta cattolico-liberale. Anche noi della sinistra interna faremo presto un grande evento . È naturale che in un partito grande e pluralista come il nostro possa nascere un’area culturale attorno a delle idee purché queste aree non diventino gruppi di potere sui territori ma rimangano sempre aree culturali”.
La corrente dei “catto-renziani” che va da Graziano Delrio a Lorenzo Guerini fino ad arrivare a Giuseppe Fioroni, non fa registrare a Pippo Civati “una novità strepitosa. Diciamo che siamo alla Great-Margherita. Mi sembra una corrente renzian-renziana”.
Stefano Fassina si chiude in un “no comment”. Stesso discorso per Gianni Cuperlo. Mentre Davide Zoggia, vicinissimo a Pier Luigi Bersani, non crede questa nuova corrente sia “un’iniziativa di Renzi. Anzi, in questi casi, c’è sempre qualcuno che vuole fare il più renziano di Renzi. Adesso dobbiamo lavorare per unire e le correnti servono più a chi le costituisce che al partito. Disperdere le energie non è giusto, siamo impegnati a rinnovare il paese”.
Miguel Gotor, anche lui della minoranza dem, considera la nuova corrente “un fatto positivo. Tutto ciò che struttura il partito con una dialettica interna e una fisiologia simile a un moderno partito europeo va guardato con favore”. Ma alla fine per descrivere l’aria che tira nel Pd ci pensa ancora Damiano che prima ricorda i gatti, lui che i gatti li dipinge anche, e poi cita Mao Tse-tung con la sua massima: “Grande è la confusione sotto il cielo”.
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