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Come sarà il 2014 dell’economia italiana. Numeri e report

2 Gennaio 2014 by Redazione Lascia un commento

(di Giuseppe Pennisi – www.formiche.net)- Gli italiani non nutrano illusioni: nella migliore delle ipotesi chiuderemo il 2014 per con un Pil identico a quello del 2013 ed occorrerà pazientare sino al 2024 per tornare ad un reddito pro-capite ai livelli di quello del 2007.

Secondo il calendario cinese, il 2014, che inizia il 31 gennaio e dura sino al 18 febbraio 2015, sarà “l’anno del cavallo”. Chi si interessa di culture orientali sta in questi giorni scrutando gli oroscopi cinesi che variano in misura significativa a seconda dell’anno di nascita dell’interessato. Chi, come il vostro “chroniqueur”, si interessa, oppure deve interessarsi per vivere, alla “triste scienza”, l’economia, ma consulta amici cinesi, conosce una verità lapalissiana: nell’anno del cavallo si può andare al passo, al trotto, al galoppo; si può restare fermi sotto un albero (a farsi gli affari propri); si può pure essere disarcionati.

L’ECONOMIA MONDIALE

A livello dell’economia mondiale, il cavallo promette una crescita del Pil del 3,6% (secondo le stime più recenti del Fondo monetario internazionale) – quindi un buon trotto, specialmente in quanto i pre-consuntivi del 2013 (che sta per chiudere i battenti) parlano di un aumento del Pil del 2,9%, rispetto al livello raggiunto nel 2012. A trainare saranno in Paesi in via sviluppo (il cui tasso di crescita viene mediamente stimato tra il 4,5% ed il 5%), nonché gli Stati Uniti (3-3,5%) ed il Giappone (anche se gli effetti della Abenomics vengono quantizzati in modo differente dai vari modelli econometrici).

IL CAVALLO ITALIA

E l’Europa? In luglio il Fondo monetario stimava l’uscita dalla recessione dell’eurozona con una crescita dell’1%. Oggi si è più cauti; al Fondo si cincischia su un aumento del Pil dell’area dell’euro nel 2014 sullo 0,6%; quanto basta per darsi qualche pacca sulle spalle la notte di San Silvestro. Secondo le più recenti stime dei 20 maggiori istituti econometrici mondiali, l’eurozona passerebbe da una crescita del Pil del meno 0,4% nel 2013 ad una del più 0,3% nel 2014. Inoltre, il più 0,3% è caratterizzato da alta volatilità (basterebbe una leggera flessione in Nord Europa per tornare ad un tasso negativo per l’intera area) ed anche da un continuo gap tra il settentrione e il meridione dell’eurozona.

BANDO ALLE ILLUSIONI ITALIANE

Gli italiani non nutrano illusioni: nella migliore delle ipotesi chiuderemo il 2014 per con un Pil identico a quello del 2013 ed occorrerà pazientare sino al 2024 per tornare ad un reddito pro-capite ai livelli di quello del 2007. Quando in sede politica si è detto agli italiani che era stata effettuata lo svolta, nessuno – che io sappia – ha precisato che la prospettiva ottimale era quella che nell’anno del cavallo si sarebbe andati al passo, forse si sarebbe rimasti fermi sotto l’albero e sarebbe stato possibile fare ancora retromarcia.

UN DOCUMENTO POCO CONSULTATO

Nessuno – che io ricordi – ha fatto presente che da oltre un mese e mezzo a Palazzo Chigi giace, in attesa di osservazioni, il documento sulla “quality of Government” in Europa, di cui offriamo ai nostri lettori il testo integrale (sotto il link). Nel documento, “quality of Government” vuole dire sia qualità della politica sia qualità dell’amministrazione e della gestione. Riguarda 30 Paesi europei e le loro disaggregazioni regionali. Nel 2013 siamo passati dal 23simo al 24simo Stato in classifica; ci seguono nell’ordine solo la Grecia, la Croazia, la Turchia, la Bulgaria e la Serbia. Gli autori del documento affermano che se si fosse tenuto conto anche dell’ultimo “pasticciaccio brutto” parlamentare saremmo ancora più in giù – sotto la Grecia e la Croazia –  nonostante alcune Regioni del Nord Italia (specialmente le Province autonome di Trento e Bolzano) siano tra le prime nei 30 Paesi europei in termini di “quality of Government”.

SU CHI PUNTANO GLI USA

A Palazzo Margherita, sede dell’Ambasciata americana, lo sanno ed esprimono preoccupazione: nell’anno del cavallo il governo Letta potrebbe essere disarcionato anche prima delle definizione di una nuova e più efficace legge elettorale. Il sindaco di Firenze, e segretario del Pd, pare non essere stato avvistato né a Palazzo Margherita né a Villa Taverna, mentre sembra proseguano contatti tra il Palazzo e la Villa, da un lato, ed esponenti del M5S. Pure nell’anno del cavallo, gli americani puntano su più cavalli, specialmente se la “quality of Government” è in ribasso mentre è in salita il movimento di chi vuole riscrivere il trattato di Maastricht o almeno il Fiscal Compound. Sorridono a chi potrebbe essere disarcionato ma non ci scommettono neanche un nickel (cinque centesimi di dollaro).

Leggi il documento “Quality of Government”

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