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Scrive Daniele Grillo (Il Secolo XIX, lunedì 5 gennaio 2015 pagina 19): “Non cede neppure alle lusinghe di una domenica di sole, tregua dal freddo e saldi, la candidata alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione Raffaella Paita. E, tastiera alla mano, scrive una lettera aperta al compagno di partito ma avversario candidato, l’europarlamentare Sergio Cofferati. <Caro Sergio – scrive l’attuale superassessore regionale della giunta Burlando – non dovrei chiedertelo io bensì il segretario regionale: fai in modo che ‘Lista civica’ sospenda l’ampia campagna di spot e cartelloni. È fuori dalle regole>. Anche il ‘caro’ Sergio lavora, di domenica. <Sono in riunione>, risponde. Ma alla lettera della collega Lella non replica? <Forse lo farò domani>.
Chi non attende che un paio d’ore per intervenire, invece, è il senatore e presidente di Liguria civica Maurizio Rossi, committente degli spot. <Nessuno si scomodi: anche se ce lo chiedesse Cofferati, non ritireremmo la campagna>. Sul caso della maxi operazione sui media sostenuta da Rossi, appartenete ad un partito che non fa parte della coalizione, Paita ha già interpellato il collegio dei garanti delle primarie, presieduto da Fernanda Contri. Che ha già risposto, sostanzialmente giudicando l’operazione di cattivo gusto ma in svolgimento all’esterno del ring della competizione pre-elettorale, circostanza che non permette alla Contri e agli altri garanti di agire di bacchetta. Paita non si ferma, non desiste. E con il ‘caro’ Sergio insiste: <Si tratta di un’alterazione grave del nostro processo democratico. Come sai il divieto di fare pubblicità sui mezzi di informazione è espressamente proibito sia per le primarie locali che per quelle nazionali. Questa regola si fonda su un principio secondo il quale tutti i concorrenti devono essere posti nelle stesse condizioni>. A questo punto la richiesta della ‘prova’ di correttezza dell’avversario. <Se con tutto ciò non c’entri nulla – incalza nella breve comunicazione Paita – dimostramelo. Chiedi a Liguria civica di sospendere gli spot a tuo favore, con questo atto ristabilirai l’ordine delle regole>. Quindi la minaccia di ‘pena’: <Se non lo farai non potrai più dire che tu non c’entri nulla>. A lei proposero un sostegno ‘esterno’ analogo, sostiene. <Ho detto no, fallo anche tu. Confido nel tuo amore per quelle regole che sono le basi fondanti della comunità Pd>.
Il senatore Rossi, però, sgombra il campo. Qualora Cofferati condividesse il pensiero dell’avversaria, dovrebbe girare personalmente per le strade tracciando delle ‘x’ sui contestati manifesti: <Desideriamo mettere a conoscenza tutti coloro che hanno ricevuto questa lettera – conferma Rossi – che Liguria Civica non sospenderà la campagna in atto su diversi media liguri anche se Cofferati dovesse chiedercelo. Comprendiamo che non sia facile accettare che un soggetto sterno al centrosinistra decida di inserirsi in un’elezione che si ritiene solo di pertinenza di alcuni notabili e delle loro lobby abituati il bello e cattivo tempo della nostra regione con conseguenze però che ricadono su tutti i cittadini>. <Nessuno può chiederci di sospendere la campagna- ribadisce Rossi – come nessuno ci ha chiesto di farla, e in ogni caso la nostra risposta sarebbe negativa>. E cosa risponde Giovanni Lunardon, dichiaratosi pubblicamente a sostegno dell’ex sindaco di Bologna, all’accusa di Paita di non aver richiamato alle regole l’interessato di questa forma di inedito, plateale, appoggio esterno? <Non capisco a quale titolo avrei dovuto scrivere a Cofferati – chiede il segretario regionale del Pd – in una competizione di coalizione come quella delle primarie esistono organo di garanzia di coalizione. A loro il compito di intervenire. Già interpellati, mi pare abbiano risposto in maniera esaustiva su questo caso>”.
E ancora:
Scrive Massimo Rebotti (Corriere della Sera, domenica 4 gennaio 2015 pagina 11): “Al voto manca una settimana ma in Liguria si litiga da prima. Le primarie del centrosinistra (in lizza Sergio Cofferati, l’assessore regionale Raffaella Paita, l’ex udc Massimiliano Tovo) sono costellate di ricorsi e accuse incrociate.
L’ultimo caso, al vaglio dei garanti, riguarda una serie di seggi (undici) che i sostenitori di Paita vorrebbero collocare in piccoli Comuni della provincia di Imperia. Quelli di Cofferati sono contrari, temendo l’intervento a favore dell’assessore dei sindaci di centrodestra vicini a Claudio Scajola. Non è il primo caso: l’ex senatore del Pdl Franco Orsi (che gode di un certo seguito) ha scelto di sostenere Paita che lo ha ricambiato definendolo il miglior assessore all’ambiente che la Liguria ha mai avuto. D’altro canto il senatore centrista Murizio Rossi, proprietario della tv Primocanale, fa da giorni campagna massiccia per Cofferati.
Insomma, dal momento che è probabile che chi vince domenica sarà poi il presidente, parecchi, anche molto lontani dal centrosinistra, cercano di giocare la partita. La linea dei sostenitori di Paita è questa: facciamo solo ciò che dice Renzi, parliamo anche al mondo del centrodestra.
In questa campagna, a fianco di Sergio Cofferati, c’è un sindaco molto renziano. Federico Berruti, primo cittadino di Savona, è <con Matteo> dalla prima Leopolda, <e insieme a lui ho fatto la campagna delle primarie poi perse con Bersani. Entusiasmante>. Berruti, che è nella direzione nazionale pd, di Cofferati dice: <Siamo una strana coppia, è vero. Ma in Liguria il cambiamento è lui. Sui temi nazionali, penso al lavoro, continuiamo a pensarla diversamente, ma se facciamo uno zoom sulla Liguria non ho dubbi>.
I due sono diventati amici: <E’ un riformista vero, e mi piace la sua autoironia>. Sulla <partecipazione> di settori del centrodestra alle prossime primarie Berruti però non scherza: <Una cosa del genere non si è mai vista. Renzi ha detto che bisogna parlare agli elettori che hanno scelto Berlusconi, è vero, ma non si è mai sognato di sostenere che Brunetta è stato il miglior ministro della Repubblica. Qui c’è una manovra militare, pezzi della vecchia giunta di centrodestra che hanno scelto di essere presenti. E mica perché hanno cambiato idea>.
A Berruti (che se vincesse Cofferati potrebbe essere il suo vice) queste primarie liguri finora non sono piaciute: <Sono un po’ deluso. Il sistema funziona bene a livello nazionale, ma localmente è una vicenda troppo interna alle tribù degli addetti ai lavori. Speriamo negli ultimi giorni…>”.
Fino a quando “Questi Signori” ci prenderanno per stupidi?
Arcipelago Genova
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