(di Mirko Orsi-Arcipelago)-
Compare sulla stampa del 10 aprile un’intervista alla Presidente della Camera in occasione dell’inaugurazione della biennale della democrazia, un’intervista dal titolo “La politica gratis è un’utopia negativa “.
Il passaggio centrale di tale intervista è, almeno a mio parere, quando la neo-presidentessa rileva che “L’idea della politica gratis è un’utopia negativa” un modello che dobbiamo smettere di inseguire anche se esso conta ancora su notevoli sostegni mediatici». «La politica – ha proseguito – non può essere raffigurata solo o principalmente come la competizione tra chi taglia di più i costi. Ed è una banalità quella che fa i conti degli euro che si `sprecherebbero´ in ogni seduta parlamentare, come se il confronto tra le posizioni, l’approfondimento anche faticoso dei problemi, fosse una permanente dissipazione di tempo e di denaro». “
Concordo pienamente con quando sottolineato dalla Boldrini; premettendo che nessuno possa ormai negare che un ridimensionamento dei costi della macchina “politico-amministrativa” sia oltre che necessario anche urgente, bisogna rimarcare con forza il concetto che i problemi strutturali del Paese non sono, o meglio non sono solo le prebende di questo o quel parlamentare, i costi di gestione dei rispettivi entourage,(comunque costi da azzerare) oppure ….i costi del ristorante delle due Camere, i costi delle auto blu; ripeto costi questi tutti quanti da rivedere, e se non da eliminare, perlomeno da ridurre al minimo.
Ma che non si faccia l’errore grave e decisivo nell’identificare i mali di questo Paese nei motivi elencati prima, le ragioni di questo disastro affondano in epoche ben piu’ lontane , periodi storici dove chi sta scrivendo era appena nato; e sono cause che si mescolano. Troviamo cause di carattere mondiale con l’introduzione di un modello culturale che vedeva nella deregulation, nell’annullamento del potere contrattauale dei sindacati, nell’ avvento della finanza speculativa, la panacea di tutti i mali, in una sola parola il mantra dell’Ultra –liberismo e del dominio del Mercato diventano Dogma e sistema di intendere le relazioni umane; questo processo mette il turbo dopo la Caduta del Muro di Berlino, quando si aprono mercati ed oppurtunita’ per il profitto inimmaginabili. Con le delocalizzazioni si portano le produzioni dove il costo del lavoro e’ praticamente nullo e la Finanza mondiale diventa regolatrice della politica e non piu’ viceversa. Queste ragioni producono effetti anche in Italia la quale si vede aggiungere problematiche peculiari e tipiche del posto quali debito pubblico esploso a causa della corruzione e delle pratiche clientelari, evasione fiscale da record, mancanza di innovazione e ritardo tecnologico enorme.
Ed eccoci quindi alla situazione attuale dove l’emigrazione degli under 40 all’estero sta assumendo volumi conosciuti durante itempi dei miei bisnonni circa 120 anni fa, quando ci fu un’esodo enorme di italiani verso le Americhe in cerca di condizioni di vita migliori; da allora le generazioni successive sono sempre state un po’ meglio dei genitori, fino arrivare alla mia generazione, quella dei precari e dei lavoratori dei call-center a 280 euro mensili con in mano magari il titolo di ricercatore nucleare.
Ho la sensazione a volte che si voglia usare il tema dei tagli ai privilegi della “casta”(ripeto tagli sacrosanti e auspicabili) come valvola di sfogo,come dare un qualcosa in pasto all’opinione pubblica, un’argomento sul quale sfogarsi e scaricare tutte le frustrazioni, in modo tale da distogliere l’attenzione sui veri problemi che probabilmente non si vuole o non si sa affrontare come l’emergenza della disoccupazione; su questa cosa dei privilegi della casta il movimento 5 stelle ha trovato un terreno fervido e in pratica gia’ preparato per il suo boom elettorale (e i partiti con i rispettivi scandali hanno dato una bella mano a rafforzare le tesi dei grillini).
Il timore è quindi che l’opinione pubblica venga condizionata e distolta volontariamente (obiettivo facilmente raggiungibile conoscendo l’attitudine di molti italiani ad andare dietro allo strillone di turno) dai problemi reali che stanno minando ed erodendo il nostro tessuto socio-economico.
La lotta politica ed il dibattito politico, come giustamente sostiene Boldrini , sono scontro aspro su diverse vedute del mondo e sulle diverse opzioni che si propongono con l’intento di risolvere i problemi ed il conflitto non si puo’ ridure soltanto ad una competizione su chi taglia di piu’ i costi.
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