– -(di ARcipelago)- Una settimana segnata dall’indagine della Magistratura di Firenze a carico della Fondazione Open; la Fondazione che dal 2012 finanzia l’attività politica di Matteo Renzi.
Una settimana “carica” di attacchi mediatici ( carta stampata, tv, social ecc ) che sembrano affrontare la questione con una “ a-storica perizia istituzionale”.
Il finanziamento pubblico alla politica, trasformato , sotto l’onda dell’antipolitica in finanziamento ai politici ( vedi il finanziamento attraverso le Fondazioni) ha tenuto banco in ogni discussione e confronto sia cartaceo che mediatico senza alcun cenno ad un serio approfondimento.
Proviamo a suggerire.
La fine del secondo conflitto mondiale, coincisa con la fine della dittatura fascista, che ha segnato una cesura con il passato troppo profonda ma non a sufficienza approfondita che ha consentito, grazie ad una grandissima intellighenzia la stesura della Costituzione “ più bella del mondo”..
Un “passato” fatto da vent’anni di soppressione delle libertà civili e politiche con eccessi che nulla hanno a che fare con la civiltà europea, un analfabetismo ancora al 20% ma soprattutto con una metà del cielo esclusa ancora dal voto ed in presenza di uno Statuto Albertino anacronistico anche per l’epoca.
E’ in questo contesto che con una “divisione dei poteri fittizia” la presenza dei cittadini nella cosa pubblica era consentita dal “censo”.
Si può comprendere quindi come accanto all’operazione referendaria ( Monarchia o Repubblica) del 1946 i padri costituenti immaginarono una partecipazione “popolare” alla ricostruzione del Paese.
L’articolo 49 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale ) favori nei primi anni della Repubblica un riavvicinamento alla Res- Publica da parte di tutti i cittadini, favori la rappresentanza delle masse popolari all gestione del bene comune attraverso i Partiti ; in quel momento fattore estremamente innovativo e rivoluzionario rispetto al passato.
Fu dunque quel tipo di ”RAPPRESENTANZA” che consenti la rinascita del Paese, l’acquisizione di un senso di Comunità Nazionale, di Solidarietà Nazionale..in “quel mondo”. Oggi quel mondo non c’è più, oggi quella rappresentanza non è più quella di questo tempo …
Il mondo è cambiato e con lui anche noi.
Non stupisce quindi più di tanto che una affermazione come :” LA POLITICA NON HA RAPPRESENTANZA” ( Paola Ghislieri ) di qualche giorno fa ci debba far riflettere.
L’indistinto ed il general generico Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti in un mondo complesso come quello che stiamo vivendo ed ancor più il futuro ci presenterà è sempre meno “comprensibile”.
E’ infatti un principio di responsabilità e di uguaglianza che ci dovrebbe guidare nel costruzione di una rappresentanza che ci consentirà un esercizio di voto cosciente e consapevole.
Assolutamente indispensabile pensare, prima della legittime forme di finanziamento alla politica, a quale “rappresentanza” lavorare per questa società e a quale democrazia pensare per il terzo millennio.
Alessandria 30 Novembre 2019
Carlo
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