(di Francesco Giannattasio)-
Un’altra tappa è arrivata: ci incamminiamo, a grandi passi, verso la normalizzazione. Abbiamo fretta di riprenderci la vita ordinaria che la pandemia ha sconvolto ,comunque, è una sofferenza difficile da superare.
Il pericolo non è scomparso, il corona virus non è stato sconfitto. Siamo riusciti a contenerlo, con il buon senso di tutti e seppure con molte difficoltà e la bravura dei nostri medici ed infermieri che , si sono limitato i decessi ed aumentati notevolmente le guarigioni.
Su questa tragedia si dice di tutto e di più . Ma la sensazione palpabile che non sia stata ancora recepita, nella nostra coscienza, tutta la sua drammaticità , sia per la salute sia per le conseguenze socio economica . Le conseguenze al momento sono confuse, si potrebbe dire indecifrabili ma, ci saranno e non saranno indolori. Sopratutto se viene meno il buon senso. Ci verremmo a trovare improvvisamente a dover fare i conti con la complessità dell’esistenza umana.
In Italia le regioni maggiormente colpite sono quelle del nord, In modo clamoroso la Lombardia, definita l’eccellenza della sanità del nostro Paese. Comunque da tempo la sanità veniva sottoposta a restrizioni , per motivi di bilancio , e non solo, è stata volutamente ridimensionata. Sono stati accorpati gli ospedali in grandi centri, soppresse le piccole strutture, sparse su tutto il territorio , ci siamo privati della garanzia capillare di usufruire di assistenza; ma soprattutto ci siamo privati di quella umanità possibile solo in piccoli centri e per chi soffre non è un aiuto secondario .
Ciò nonostante i costi sono aumentati ; venivamo gravati di ticket e contro ticket , dalla ricetta a qualsiasi esame. Per contro ci troviamo a subire tempi sempre più lunghi che per renderli sostenibili, ci si deve rivolgere a strutture private. Curarsi è diventato costoso ed in modo strisciante si cerca di introdurre polizze assicurative per sopperire. Forse però la vera ragione va ricercata nel non velato disegno della destra che,
con l’accondiscendenza della sinistra, incoraggia da tempo la privatizzazione della sanità. E’ cominciata con il passaggio della gestione a livello regionale; le quali le hanno
trasformate, in breve, in praterie di scorribande . Si è tollerato e consentito a scaltri avventurieri, privati e pubblici , mettere le mani sulle immani risorse con corruzione ed imbrogli di ogni genere . Anche qui la Lombardia è in prima fila.
Si vantavano di offrire un servizio di eccellenza mentre in realtà hanno trasformato in un guscio vuoto il servizio pubblico e quando è stato necessario utilizzarlo, tutta l’eccellenza , tanto pubblicizzata , vanto leghista con malcelato ghigno razzista, ci siamo trovati di fronte la terribile realtà della desertificazione, lasciato, delle scorribande speculative.
Ora abbiamo la necessità di ritornare alla normalità, le regioni , i cui presidenti , pomposamente chiamati governatori, scalpitano per rintuzzare le ingerenze governative , hanno fretta dello scettro per effettuare una politica che nei fatti si concretizza in opposizione a quella governativa, sopratutto quelli a guida leghista. Hanno fretta di gestire le enorme risorse che si dovrebbero riversare per far riprendere l’economia.
Se ne avuta una avvisaglia sul tentativo di accordo per la ripresa, nella conferenza stato regione , nella notte tra sabato e domenica. Ognuno la vuole a modo suo.
Il Paese si sta avviando verso le dissolvenza sociale e politica. Non possiamo reggere se ogni regione è contro il governo solo perché appartiene ad un’altra estrazione politica Va rivisto e con una certa urgenza l’articolo quinto. Si è dato troppo potere, con faciloneria, a degli irresponsabili, senza norme certe di responsabilità alle inefficienze degli sprechi conseguenti.
Certa stampa , sostenuta anche da intellighenzia , alcuni in buona fede altri interessati, tendono ad addebitare all’attuale governo, il tentativo di trasformazione della società in parossismo di massa con una decrescita felice, dovuta alla combinata articolazione tra le due forze maggiori di maggioranza . La realtà è che la grande quantità di risorse che si profila all’orizzonte sta scatenando la guerra degli interessi costituiti che non vogliono perdere la comoda posizione di imprenditoria assistita ed incentivata. Sono notizie delle critiche di confindustria e degli stessi sindacati che non gradiscono l’indirizzo del governo verso la ripresa economica. Forse , finalmente si comincia a prendere visione che sussidi, incentivi ,agevolazioni e conflitti di interessi sono l’antitetica morale e le basi della corruzione e vanno disciplinati con attenzione e severità.
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