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La sanita’ non torni ad essere una prateria di scorribande

24 Maggio 2020 by Redazione Lascia un commento

(di Francesco Giannattasio)-

Un’altra  tappa è arrivata:  ci incamminiamo, a grandi passi, verso la normalizzazione.  Abbiamo fretta di riprenderci la vita ordinaria  che la pandemia  ha sconvolto ,comunque, è  una sofferenza difficile da superare.

Il pericolo non è  scomparso, il corona virus non è  stato sconfitto. Siamo riusciti  a contenerlo, con il buon senso di tutti  e  seppure con molte difficoltà e la bravura dei nostri medici ed infermieri che , si sono  limitato  i decessi  ed  aumentati notevolmente le guarigioni.

Su questa tragedia si dice di tutto e di più .  Ma la sensazione   palpabile  che non sia stata ancora recepita, nella nostra coscienza,  tutta la sua drammaticità ,  sia per  la salute sia per le conseguenze socio economica . Le  conseguenze al momento sono confuse, si potrebbe dire indecifrabili  ma, ci saranno e  non saranno indolori. Sopratutto se viene meno il buon senso. Ci  verremmo a trovare improvvisamente a  dover fare i conti  con la complessità dell’esistenza umana.

In Italia le regioni maggiormente colpite sono quelle del nord, In modo clamoroso la Lombardia,  definita l’eccellenza della sanità  del nostro Paese. Comunque da tempo   la sanità veniva sottoposta a restrizioni ,  per motivi di bilancio , e non solo,  è stata volutamente ridimensionata. Sono stati accorpati gli ospedali in grandi centri, soppresse  le piccole strutture, sparse su tutto il territorio , ci siamo privati  della garanzia  capillare di usufruire di  assistenza; ma soprattutto ci siamo privati di quella umanità possibile solo in piccoli centri e per chi soffre  non è un aiuto   secondario .

Ciò nonostante i costi  sono aumentati ; venivamo gravati di ticket e contro ticket  , dalla   ricetta a qualsiasi esame. Per contro ci troviamo a  subire tempi sempre più lunghi  che per renderli sostenibili,  ci si deve rivolgere a strutture private.  Curarsi è  diventato costoso   ed in modo strisciante  si cerca di introdurre polizze assicurative per sopperire. Forse però la vera ragione va ricercata nel non velato disegno della destra che,

con l’accondiscendenza della sinistra, incoraggia da tempo la privatizzazione della sanità.  E’ cominciata con il  passaggio della gestione a livello regionale; le quali le hanno

trasformate, in breve, in praterie di scorribande . Si è tollerato e consentito a scaltri avventurieri,  privati  e pubblici , mettere le mani sulle immani risorse con corruzione ed  imbrogli di ogni genere . Anche qui la Lombardia  è in prima fila.

Si vantavano di offrire un servizio di eccellenza mentre in realtà hanno trasformato  in un guscio vuoto il servizio pubblico e quando è stato necessario  utilizzarlo, tutta l’eccellenza , tanto  pubblicizzata , vanto leghista con malcelato ghigno razzista, ci siamo trovati di fronte  la terribile realtà della desertificazione, lasciato,  delle scorribande speculative.

Ora abbiamo la necessità   di ritornare alla normalità,  le regioni , i cui presidenti , pomposamente  chiamati governatori, scalpitano  per rintuzzare le ingerenze governative , hanno fretta dello scettro  per   effettuare una politica che nei fatti  si concretizza in opposizione a quella governativa, sopratutto  quelli a guida leghista. Hanno fretta di  gestire le enorme risorse che si dovrebbero riversare per far riprendere l’economia.

Se ne avuta una avvisaglia  sul tentativo di accordo per la ripresa, nella conferenza stato regione , nella notte tra sabato e domenica. Ognuno la vuole a modo suo.

Il Paese si sta avviando verso le dissolvenza sociale e politica. Non possiamo reggere  se ogni  regione è contro il governo solo perché  appartiene ad un’altra estrazione politica Va rivisto e con una certa urgenza l’articolo quinto.  Si è dato troppo potere,  con faciloneria,  a degli irresponsabili, senza  norme certe di responsabilità  alle  inefficienze    degli sprechi conseguenti.

Certa stampa , sostenuta anche da intellighenzia , alcuni in buona fede altri interessati, tendono ad addebitare all’attuale  governo, il tentativo di trasformazione della società in parossismo di massa con una decrescita felice, dovuta alla combinata  articolazione tra le due forze maggiori di maggioranza . La realtà è che  la grande quantità di risorse che si  profila all’orizzonte sta scatenando la guerra degli interessi  costituiti che non vogliono perdere la comoda posizione di  imprenditoria assistita  ed incentivata. Sono notizie delle critiche di confindustria e degli  stessi sindacati che  non gradiscono l’indirizzo del governo verso la ripresa economica. Forse , finalmente si comincia a prendere visione che sussidi, incentivi ,agevolazioni e conflitti di interessi sono l’antitetica morale  e le basi della corruzione e vanno disciplinati con attenzione e severità.

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