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Matteo Renzi boccia Romano Prodi sulla Siria e difende l’alleato sulle riforme Denis Verdini: “Non è il mostro di Lochness”

4 Ottobre 2015 by Redazione Lascia un commento

(Redazione, L’Huffington post)-

Parole dure contro Romano Prodi sul tema della risoluzione del conflitto in Siria e parole di sostegno a Denis Verdini sul fronte delle riforme. In un’intervista alla Repubblica Matteo Renzi traccia la sua road map e chiede un Partito democratico unito per portare a termine le riforme e per affrontare la manovra che conterrà l’abolizione della Tasi, aiuti ai più poveri e forse anche sgravi Ires.

Sulla questione della Siria, Renzi respinge come semplicistiche le ricette di Romano Prodi, che aveva chiesto di aiutare l’esercito del leader siriano Assad per sconfiggere lo Stato Islamico. “Se c’è una cosa che non mi aspettavo – e che mi ha negativamente stupito – nella politica estera in questo anno e mezzo è una spasmodica attenzione al titolo del giorno dopo più che al merito della questione. Una visione miope: si punta a capire come si esce sui media, non come si esca dalla crisi. Per questo dubito delle ricette scodellate in modo semplicistico: non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo Isis. Né considerandolo l’unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri”. Secondo Renzi “occorre un progetto pluriennale e una coalizione che non si limiti ad annunciare qualche raid aereo. Nessuno tra i leader occidentali può ragionevolmente pensare che si possa appaltare Damasco alla Russia o – a maggior ragione – al tandem russo-iraniano. Ma dobbiamo anche avere il coraggio di dirci che il problema va ben oltre la Siria. Non a caso abbiamo aderito all’invito di Obama di continuare a tenere le nostre truppe in Afghanistan. Non a caso seguiamo da vicino la situazione libanese. Non a caso seguiamo la dinamica del Mediterraneo e più in generale dell’Africa che costituisce sempre più il punto di riferimento dlela nostra politica estera”.

Palazzo Chigi precisa poi che Matteo Renzi non intendeva fornire giudizi su Romano Prodi. “Sui temi di politica estera i giudizi espressi da Matteo Renzi nella intervista a Repubblica non si riferivano in alcun modo a Romano Prodi, ma rientravano in un discorso più generale sui rapporti tra l’europa e la crisi siriana” si legge in una nota dell’ufficio stampa.

Sul fronte interno, Renzi auspica che il Pd resti unito e proceda con determinazione all’approvazione delle riforme. “Nel momento in cui abbiamo deciso di velocizzare l’iter parlamentare, abbiamo chiuso un accordo interno. Da due mesi dico che i numeri ci sarebbero stati. Abbiamo assistito a un prolungato confronto, ma quando siamo entrati nel merito della discussione non ci sono stati problemi: per noi era importante mantenere il principio che non si toccava la doppia conforme ricominciando daccapo. Obiettivo raggiunto”. Quanto al metodo Mattarella, Renzi la definisce “una delle vittorie più nette ottenute nella veste di segretario insieme al 41% delle Europee e al raggiungimento che sembrava impossibile di un’ottima legge elettorale. Io voglio il Pd unito, sempre. E lavoro per questo”. Il premier non rinuncia a una stoccata: “Nel Pd c’è ancora qualcuno che forse non ha ancora elaborato a pieno il lutto del Congresso. Magari perché raramente in passato lo aveva perso. Ma io rispetto tutti ed è giusto che ci sia spazio per le idee altrui, in particolar modo sui temi costituzionali. Dovremmo invece trovare regole condivise sul voto di fiducia, ma sarà un tema che ci porremo in futuro, non adesso. Siamo quasi a metà della mia segreteria: tra breve chiunque potrà metterla in discussione e vincere il Congresso. Questo è il bello del confronto”.

Matteo Renzi non teme che qualcuno nel Pd voglia far cadere il Governo – “non dubito della loro lealtà” – e non disprezza il sostegno che sta dando Denis Verdini ai numeri della maggioranza in Senato. “Verdini ormai è diventato il paravento per qualsiasi paura. Tutti lo evocano anche vedendolo dove non c’è: ormai è raffigurato come una sorta di mostro di Lochness nostrano e credo che questa definizione lo faccia contento e sorridente come non mai”. Da respingere invece i gesti sessisti in Aula di alcuni dei suoi parlamentari: “Ogni gesto volgare, in modo particolare verso le donne, va censurato senza se e senza ma”. Per i verdiniani non c’è posto in maggioranza: “Verdini e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia”.

La prima replica alle sue parole è affidata a Roberto Speranza, via twitter. “Barani, Verdini & c. meglio perderli che trovarli. Renzi ha detto che vuole unire il Pd. Bene. Allora la smetta di amoreggiare con loro” scrive l’esponente della minoranza dem.

Roberto Speranza @robersperanza

Barani, Verdini & c. meglio perderli che trovarli. Renzi ha detto che vuole unire il Pd. Bene. Allora la smetta di amoreggiare con loro.

10:20 – 3 Ott 2015

Per le unioni civili i tempi dipenderanno dalla discussione sulle riforme: “Dipende – spiega Renzi – da quando finiremo queste riforme. Ma non molliamo. E’ un impegno di civiltà”. Quanto ai rapporti con la Chiesa, “nessun conflitto. Ognuno svolge un ruolo. Il presidente del Consiglio giura sulla Costituzione, che è di tutti, credenti e non. Per la mia storia personale, ho molti amici sacerdoti. Ma anche loro sanno perfettamente che una legge occorre e va fatta al più presto”.

C’è quindi il tema della televisione e dei talk show. “Per me parlano i fatti. Non ho mai messo il naso, mai, nelle vicende interne della Rai, dalle nomine alla programmazione. Perché noi siamo persone serie e vogliamo bene al servizio pubblico. Non è un bottino di guerra; ma una gigantesca occasione culturale”. Tuttavia “i talk show rischiano di diventare un pollaio senz’anima. È una critica che faccio innanzitutto alla politica, un’autocritica. È un po’ come il wrestling, tutto sembra vero, tutto corre il rischio di essere finto. Detto questo, non è colpa mia se la centesima replica di Rambo fa più dei talk. Non è peraltro neanche un mio problema, forse di chi sul vostro giornale dice che io ho sguinzagliato i cani, insultando i parlamentari della commissione di vigilanza. Aggiungo: Siamo talmente ostili verso la Rai – e Rai Tre – che martedì Andrea Guerra ha fatto un’intervista a Massimo Giannini, io sono stato intervistato da Bianca Berlinguer e domani andrò in diretta dalla Annunziata. Tutta Rai 3! L’editto bulgaro ha fatto sparire gente dalla tv. Per favore, non scherziamo”.

Infine, la manovra. “I segnali sono univoci. L’Italia è ripartita. Ma non lo dico io, lo dicono i numeri dell’Istat, del Fmi, dell’Inps. Tutto questo è frutto delle riforme. Ce lo stanno riconoscendo i principali operatori del mondo economico e finanziario globale. Spero che il JobsAct sia riconosciuto da tutti per quello che è: un’occasione per aumentare i diritti e ridurre il precariato, con buona pace di chi urlava il contrario”. Ci sarà l’abolizione della Tasi per tutti, perché “è un fatto di giustizia sociale”. Ci potrebbe essere lo sgravio dell’Ires, “nel 2017 senz’altro. Nel 2016 qualche altra sorpresa ci sarà e sarà positiva”. Ci saranno aiuti per i più poveri, “abbiamo una sensibilità particolare verso i bambini che soffrono l’indigenza. Che sono tanti e non solo al sud”. Non ci saranno, promette Renzi, tagli alla Sanità, “nel 2013 sulla sanità c’erano 106 miliardi. L’anno dopo sono diventati 109, poi 110, il prossimo anno 111. Sulla sanità l’aumento di fondi è costante. Stiamo aumentando i fondi, non li stiamo tagliando”.

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