(di Lafayette)-
Come al solito Paul Krugman riesce con poche parole a condensare l’essenza dei fatti Per un economista come lui che, a differenza delle posizioni conservatrici dei suoi colleghi americani, è sempre stato un fervente sostenitore del progetto europeo deve essere stata una notte insonne. Ritengo che sentimenti contraddittori abbiano aleggiato anche negli appartamenti della White House: sollievo per aver scongiurato una nuova Lehman &B; stizza per la superbia dei tedeschi. Per contro, immagino il sorrisetto malizioso di Putin nelle segrete stanze del Cremlino. La tesi secondo cui il Presidente della Russia imputa alla Germania lo storico desiderio di conquistare l’Europa non più con i cannoni di un tempo, ma con la sua abilità economico-finanziaria e il prorompente mercantilismo di oggi, violando i principi di sovranità nazionale e fomentando ambienti reazionari (vedi Ucraina) potrebbe trovare nuovi estimatori. Questa considerazione è stata in parte riportata per la prima volta su un quotidiano occidentale di diffusione internazionale, il The Guardian. Il quale parla addirittura di “insensata crudeltà” nei confronti dell’Ellade[1]. Pure il tedesco Der Spiegel, in un articolo in prima pagina, sostiene “che così non si fa”. Il The Economist uscirà giovedì con una copertina “preoccupante” e una headline tutt’altro che rassicurante per gli altri partner mediterranei: “Acropolis Now”. E’ assai evidente che la consultazione popolare in Grecia ha terrorizzato i tedeschi, i quali temono fenomeni imitativi in Spagna con Podemos e in Francia con la battagliera Marine Le Pen. Se in futuro ciò accadesse probabilmente – secondo le più accreditate opinion polls – sarebbe la fine dell’egemonia economica continentale tedesca e purtroppo anche della UE. “Gli ultimatum Austro-tedeschi alla Serbia nel 14 e alla Polonia nel 39 si sono risolti in una catastrofe epocale soprattutto per il loro popolo” questo è stato il commento di un anonimo deputato labourista britannico durante una pausa a Westminster. Parrà una sciocca semplificazione, ma nel Labour britannico, fino a ieri filoeuropeo, si sta sempre più diffondendo rapidamente un “malpancismo” antitedesco in vista della rinegoziazione del trattato con la UE.
Killing the European Project
JULY 12, 2015 4:38 PM July 12, 2015 4:38 pm
Si supponga di considerare Tsipras un fesso incompetente. Si supponga di voler con tutto il cuore vedere Syriza scalzato dal potere. Si supponga, persino, di augurarsi la prospettiva di spingere quei greci fastidiosi fuori dall’euro.
Anche se tutto ciò fosse vero, questo elenco di richieste da parte dell’Eurogroup è follia. L’hashtag in corso ThisIsACoup è esattamente adatto al caso. Il suo motto va al di là della durezza per sfociare in pura vendetta, in una completa distruzione della sovranità nazionale, e in nessuna speranza di sollievo. Il suo significato probabilmente sta in un’offerta che la Grecia non può accettare; ma nonostante ciò è un tradimento grottesco di tutto il progetto europeo che avrebbe dovuto rappresentare.
C’è qualcosa che può tirare l’Europa fuori dal baratro? Si dice che Mario Draghi stia cercando di reintrodurre qualche barlume di sanità mentale, Hollande sta finalmente mostrando un po’ di forza nel respingere quell’economia nella sua rappresentazione moralistica tedesca che egli in modo significativo non è riuscito a fare fronte in passato. Ma gran parte del danno è già stato fatto. Chi mai si fiderà delle buone intenzioni della Germania dopo tutto questo?
In un certo senso, l’economia è quasi diventata secondaria. Ma ancora, cerchiamo fare chiarezza: quello che abbiamo imparato in queste ultime due settimane è che essere un membro della zona euro significa che i creditori possono distruggere la vostra economia se fate un passo fuori dal seminato. Questo non ha per nulla attinenza sulla sottostante economia dell’austerità. E’ senz’altro vero che l’imposizione di una severa austerità senza la riduzione del debito è una politica destinata all’insuccesso e non ha importanza quanto sia disposto il paese ad accettare la sofferenza. E questo a sua volta significa che, anche nel caso di una completa capitolazione, i greci si troverebbero in un vicolo cieco.
Può la Grecia cavarsela con successo? Sarà la Germania cercare di bloccare la ripresa? (Ci dispiace, ma questo è il tipo di cose che ora dobbiamo chiedere.)
Il progetto europeo è un progetto che ho sempre lodato e sostenuto e che al quale è appena stato inferto un terribile colpo, forse fatale. E qualunque cosa si pensi di Syriza, o della Grecia, non sono stati i Greci che lo hanno fatto.
http://krugman.blogs.nytimes.com/2015/07/12/killing-the-european-project/?smid=fb-share
[1]http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/jul/13/euro-family-angela-merkel-greek-bailout?CMP=share_btn_fb
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