• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa al piè di pagina
Associazione Politico Culturale Arcipelago
  • Noi crediamo che
  • Lo Statuto di Arcipelago
  • Contattaci
  • News Alessandria
  • News Italia
    • Democrazia? Democrazia!
    • Economia e Stato Sociale
    • Educazione di Qualità
    • Energia e Ambiente
    • Europa dei Cittadini
    • Giovani e Futuro
    • Giustizia Giusta
    • Sistema Fiscale

Poco, malpagato e improduttivo: il lavoro in Italia è un disastro

28 Ottobre 2015 by Redazione Lascia un commento

(di Gianni Balduzzi-da http://www.linkiesta.it/)-

È una triste litania a volte quella che elenca gli ambiti in cui l‘Italia con la grande crisi è rimasta indietro rispetto ai partner europei. Tuttavia se vi è un ambito in cui si può toccare maggiormente con mano la nostra progressiva perdita di competitività, quello del lavoro è uno dei più esemplificativi. Non soltanto in relazione alla disoccupazione, ma anche in funzione del livello degli stipendi di chi un lavoro ce l’ha. E della sua produttività.

Guardando i salari reali in dollari secondo il Purchase Parity Power (PPP), cioé a parità di potere d’acquisto, si evince immediamente come gli italiani non solo guadagnino meno dei lavoratori degli altri principali Paesi europei, ma anche che dal 2000 a oggi il divario non ha fatto che allargarsi.

art

Se quindici anni fa Francia e Italia e Spagna avevano valori medi molto vicini, nel 2014 la Francia appare ormai irraggiungibile, e nonostante la crisi economica anche la Spagna ha allargato il suo vantaggio sul nostro Paese. A oggi, con una media lorda di 34.744 dollari di stipendio un lavoratore italiano ne percepisce quasi 10mila meno di uno tedesco, 7mila meno di un inglese e addirittura 16mila meno di un olandese.

art1

Cosa è accaduto? In questi anni in effetti il costo del lavoro in Italia è salito anche più che altrove, soprattutto più che in Germania, eppure gli stipendi sono rimasti al palo. Come mai? Innanzitutto l’inflazione. Quella che ormai sembra non esistere più, al punto che la Banca Centrale Europea deve pompare moneta comprando titoli di Stato per combatterne la nemesi, la deflazione. Tuttavia, l’inflazione è stata per lunghi anni più alta nel nostro Paese che nel resto del Continente. Questo grafico, non a caso in tedesco, mostra come in dieci anni l’Italia e il resto del Sud Europa abbiano perso quasi un 30% di potere d’acquisto rispetto alla Germania. In seguito è scesa ovunque, mantenendo però il gap quasi invariato

art2

Ora che tuttavia impera la deflazione, non meno pericolosa, emerge quella che è in realtà la vera causa per cui gli stipendi italiani rimangono al palo: la produttività del lavoro (ossia il rapporto tra ciò che viene prodotto e la quantità di lavoro e capitali necessari a produrlo). Ebbene, l’Italia negli ultimi dieci anni non è riuscita a progredire sotto questo aspetto. La produttività è rimasta uguale o addirittura leggermente inferiore a quella del 2005.

Il grafico fa impressione: siamo superati da tutti Paesi dell’Est, con i Paesi Baltici in testa, ma anche dalla Spagna, che ha visto la produttività salire del 15%, e non a caso attualmente è il Paese mediterraneo che meglio sta uscendo dalla crisi economica, con una crescita del Pil stimata del 3%

art3

Come mai tutto questo? Per mille motivi. Uno dei quali, tuttavia, merita una menzione speciale: lla formazione dei lavoratori. Rimaniamo il Paese con il minore numero di laureati, soprattutto tra i giovani, solo il 23,9% tra i 30-34enni, addirittura il 18,8% tra gli uomini.Questo mentre la media europea è del 37,9%, e Paesi scandinavi, Spagna, Francia, Germania, viaggiano verso il 50%.

L’alternanza tra scuola e lavoro e la preparazione professionale sono viste con maggiore sospetto nel nostro Paese e questo certamente non depone a favore della disponibilità delle imprese ad assumere giovani ancora da formare, che difficilmente potranno contribuire a un aumento della produttività dell’azienda. E ancor meno, naturalmente, alla crescita del loro stipendio.

 

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Footer

Associazione Arcipelago

Via Mazzoni, 29 - Alessandria
+39 347 1239563
[email protected]
Privacy e cookie policy
Modifica impostazioni cookies

Seguici su

associazionearcipelago.it
AArcipelago
associazione.arcipelago

Sostienici

Associazione Arcipelago
Unicredit Alessandria
Iban: IT 69S 02008 10400 000 101 654302

Copyright © 2023 · Associazione Arcipelago           Privacy Policy

Utilizziamo cookie di analisi anche di terze parti.

Scopri come disattivarli nelle impostazioni.

Panoramica privacy
associazione-politico-culturale-arcipelagoGDPR

Questo sito usa cookies tecnici per facilitare l'esperienza di navigazione degli utenti e per migliorare la velocità di caricamento delle pagine. Alcuni cookie analitici raccolgono informazioni statistiche in forma anonima per permetterci di capire quali sono le sezioni maggiormente utilizzate dagli utenti e per fornirti un'esperienza via via migliore.

Cookie tecnici

I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati perché il sito possa funzionare.

Cookie di Google Analytics

Questo sito usa Google Analytics per raccogliere informazioni anonime sul numero di visitatori e dati sulle pagine più visitate.

Cookie aggiuntivi

Questi cookies permettono di avere un'esperienza ottimale durante la visione dei video incorporati da Youtube. Permettono inoltre di utilizzare tutte le funzioni della mappe incorporate da Google Maps e la visualizzazione delle icone grafiche di Font Awesome per rendere più piacevole la navigazione sul sito

Cookie Policy

Per maggiori informazioni consulta la nostra Cookie policy