In politica la forma deriva da una “cultura politica” che si acquisisce attraverso l’esperienza, la militanza in un soggetto collettivo nel quale tutti sono protagonisti.
L’incultura politica del “nostro” rispecchia fedelmente ciò che c’è nel paese; che in questi ultimi anni è stata manna per il peggior populismo e tende oggettivamente a trasformare in modo plebiscitario la democrazia.
Inutile quindi versare lacrime su una situazione che proviene da lontano, dalla prima Repubblica per intenderci, e non ha soluzioni a breve.
Il machiavellismo d’accatto che esprime Matteo Renzi utilizza tutti gli strumenti di una politica che politica non è; la politica è riflessione quindi decisione su un progetto serio e concreto e l’avversario costruisce con te la soluzione dei problemi, realizza con te… il progetto più serio e concreto.
Prepotenza, arroganza, presunzione, supponenza unite alla incompetenza ed alla non conoscenza producono, quando si detiene un potere, danni incommensurabili e violenze di ogni tipo.
Fanno parte di un bagaglio “culturale” di chi concepisce la democrazia come una finzione, una “democrazia immediata”, “veloce”, “semplice” al cui interno deve esistere una “condizione di una disciplina democratica”… “la disciplina e la stabilità data dalla coscienza politica affidata all’azione dei partiti …” ( Luciano Violante)
Noi siamo consapevoli che il NO che esprimeremo non è risolutivo; ma da quel NO sarà indispensabile avviare un percorso costituente nel paese.
Un processo costituente non fatto sicuramente da forze organizzate anche proporzionaliste ma da cittadini responsabili e consapevoli.
E’ quindi una grande operazione verità che occorre lanciare in questo paese; una grande operazione per costruire una Alternativa Democratica rispondendo a due semplici domande: QUALE SOCIETA’ VOGLIAMO? QUALE DEMOCRAZIA VOGLIAMO?
Una nuova fase costituente, o se vogliamo, un nuovo Rinascimento basato sui Principi e sui Valori dell’uguaglianza e della responsabilità.
“Insofferenti cori da stadio” o richiami ad una “destra” o ad una “sinistra” retaggio di un passato che non c’è più significa semplicemente leggere la storia con gli occhiali di ieri.
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