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Qualcuno ha visto il risanamento dei conti pubblici?

11 Gennaio 2013 by Redazione 1 commento

Ugo Arrigo da chicago blog

Il fabbisogno è un numero o un’opinione? Gli studenti del mio corso di Finanza Pubblica credono, correttamente, che il fabbisogno sia un numero. Esso rappresenta l’eccedenza dei pagamenti sugli incassi di un determinato periodo di tempo che richiede di essere finanziata tramite il ricorso a nuovi prestiti. Una volta definito il periodo temporale, l’aggregato di organizzazioni pubbliche a cui ci riferiamo (settore statale o intera PA) e precisato se il dato include o meno componenti straordinarie (quali proventi da dismissioni, finanziamenti bilaterali ad altri stati, contributi a meccanismi europei quali l’EFSF e salvataggi bancari) il numero relativo al fabbisogno dovrebbe essere uno solo. Invece nel caso dell’Italia  sono sempre due:….leggi tutto

Interazioni del lettore

Commenti

  1. corrado dice

    11 Gennaio 2013 alle 14:31

    L’articolo si occupa del debito pubblico e del fatto che sia difficile stimarlo. La questione è infatti complessa dato che, come per una famiglia, il debito può essere di cassa (il conto corrente in verde o in rosso) oppure di competenza (impegni presi di spesa – crediti vantati). Cosa mettere negli impegni e nei crediti è poi questione complessa (un mutuo è un impegno ma ha come contropartita il valore dell’immobile). Insomma è normale che le stime siano differenti. Tenete conto che il bilancio è passato da essere di cassa (appena fatta l’Italia) a essere di competenza e ora sta ritornando di cassa (dopo la legge del 2009) come in molti altri stati. E questo complica ancora di più la contabilità (materia piuttosto ostica).

    Per quanto concerne l’aumento del debito, tutti parlano delle minori entrate dovute ai minori consumi (IVA minore) e alle minori entrate da reddito (maggiore disoccupazione). La cosa è vera, l’Italia era già in recessione e Monti gli ha dato una spinta ma ha succhiato più soldi (aumento di 3 punti fiscali) per non andare in default e pagare interessi altissimi sul debito pubblico (traduco: per pagare gli stipendi pubblici e le pensioni). Ma nessuno tiene conto dell’”effetto verità”.

    La questione è la seguente: se il governo è cazzuto sono invogliato ad imbrogliarlo e questo non avviene solo per i privati ma anche per il pubblico che tende a fare bilanci fintamente coperti, basta incrementare le voci in entrata: crediti supposti o vantati da partecipate, crediti da altri enti pubblici, in primis lo stato, fino al falso in bilancio. E’ quello che ha fatto il comune di Alessandria ma con mezzi più sofisticati molti altri enti pubblici (ad esempio molte regioni, che stanno rientrando dalle spese, fatte tramite debito, sostenute in passato). Quando il governo è serio si tende a dire di più la verità e a non imbrogliare (dato che si suppone che i controlli saranno più serrati). Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Ecco il paradosso contabile: più sei serio più emerge la cacca del passato (che chiaramente ti verrà puntualmente attribuita da un popolo di politici cazzuti e incompetenti).

    Per quanto riguarda gli stipendi pubblici: è vero che è finito il patto che vedeva l’ingegniere nel privato e sua moglie a insegnare (lavorava poco per poco stipendio e soprattutto per crescere la Sacra Famiglia Italica). Adesso lo stipendio dell’ingegnere (parlo della media borghesia ovviamente) è simile a quello della moglie insegnante (che continua a lavorare poco, sebbene più di prima, e i figli sono grandi). Sono le pari opportunità all’italiana…Sicuramente il patto va rivisto ma resta il problema di chi cavolo cresce i figli (che infatti non si fanno più) visto che i servizi diminuiscono e, soprattutto, di chi paga sanità e pensione dell’ingegnere e di sua moglie visto che la base imponibile diminuisce. Due sono le cose: o svendiamo i gioielli di famiglia e dimagriamo (ipotesi Monti) oppure importiamo nuovi imprenditori (gli italiani sono troppo vecchi per farlo, lo hanno già fatto in passato, adesso tocca a russi, cinesi, indiani, ecc.) .

    Per concludere: Maroni deve rassegnarsi, se vuole la pensione deve vivere con quelli che lui e i suoi sindaci chiamano (con affetto chiaramente…) ‘negher’ che forse gli “prenderanno” anche la sua bambina…(mio dio).

    Saluti

    fiorenzo

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