(di Gianluca Perricone-da www.lopinone.it)-
Un’occasione d’oro che il garantismo del centro-destra (ma anche i più “civili” dell’opposto schieramento) non può lasciarsi sfuggire. Anzichè pensare ad un impresentabile e poco credibile “Esercito della Libertà” (di pasdaran o di ‘amazzoni’ di gheddafiana memoria non se ne sente proprio il bisogno), sarebbe forse il caso di iniziare ad impegnarsi concretamente in una battaglia per una giustizia che necessita, ogni giorno che passa, di essere davvero più giusta.
Ci permettiamo allora di segnalare ai più distratti che l’altro giorno una delegazione del “Comitato promotore dei referendum” presieduto da Marco Pannella ha depositato presso la Corte di Cassazione i quesiti referendari “per la giustizia giusta”. Si riportano testualmente dal sito radicali.it i temi dei quesiti referendari: «Cancellazione del filtro di ammissibilità nelle richieste di risarcimento per responsabilità civile dei magistrati; separazione delle carriere; eliminazione della custodia cautelare per il rischio di reiterazione nel caso di reati non gravi; misure restrittive per il lavoro dei magistrati fuori ruolo; abolizione dell’ergastolo». Come sempre avviene in simili casi, lo spazio informativo dedicato all’iniziativa referendaria radicale è stato praticamente pari allo zero.
Segno tangibile questo che Pannella ed il Comitato hanno ancora una volta centrato in pieno i temi da proporre all’espressione della volontà popolare. Del resto quelli depositati in Cassazione costituiscono gli elementi di base per far almeno mettere in moto la macchina di una riforma (che sia il piu possibile complessiva) di un ‘sistema-giustizia’ oramai sull’orlo del tracollo, sia di immagine che di efficienza. Sono sufficienti tre mesi di impegno per le strade, nelle piazze, tra la gente per arrivare al tetto delle 500mila firme. Un’occasione per dimostrare a chi interessa realmente riformare la giustizia italiana.
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