(di Aldo Canovari)
Il (sia lodato il cielo!) caduto governo del prof. Monti, tra altri micidiali provvedimenti che hanno messo a terra la nostra già agonizzante economia, decretava norme in palese violazione dell’art.3, D.lgs. 26-01-2001, n.32 (Statuto dei contribuenti), il quale recita: “…le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo. Relativamente ai tributi periodici le modifiche introdotte si applicano solo a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore delle disposizioni che le prevedono), norme che fortunosamente il Parlamento ha rigettato.
Mi riferisco in particolare alla stretta su detrazioni e oneri deducibili (1.156 miliardi a regime!).
Come è noto il Ministro dell’economia Grilli, anche lui professore, a un giornalista (Fabrizio Fourquet) che gli contestava la violazione, da parte del Governo, di un esplicito divieto di legge, ebbe la sfrontatezza di giustificarla affermando che “Le eccezioni allo Statuto del contribuente negli anni sono la regola piuttosto che l’eccezione…” e che “purtroppo negli interventi fiscali la retroattività si rende necessaria per ragioni di copertura” (Il Sole 17 ottobre 2012, p.3).
Dunque abbiamo imparato dal nostro ministro-professore che esiste nell’ordinamento una nuova categoria giuridica “RAGIONI DI COPERTURA”, che legittimerebbe la violazione di legge.
A questo punto dovremmo chiederci: come si fa a pretendere che molti contribuenti non cerchino di difendersi, violando la legge anch’essi per “RAGIONI DI COPERTURA”, dal momento che il Governo nel violare tranquillamente la legge per “RAGIONI DI COPERTURA”, adduce come ulteriore assurda giustificazione la circostanza che altri governi hanno già fatto la stessa cosa (= lo fanno gli altri, lo faccio anch’io)?
E’ concepibile che un Ministro dell’economia dia simili giustificazioni? E’ concepibile che un Capo del governo le avalli ? E’ ignoranza? Insipienza? Strafottenza? Non lo sappiamo.
Quel che sappiamo è che il dover subire Primi ministri e ministri professori-esperti-tecnici che mentre danno prova di ignorare i rudimenti del diritto e di calpestare la legalità pretendono anche, e con spocchia, di impartire ai cittadini lezioni di buona condotta, non può che suscitare avvilimento e profondo disprezzo.
Ma come può il “salente” (ormai salito) in politica, ineffabile e incriticabile professore, esperto-tecnico, senatore a vita Monti, proporsi come colui che intende restituire legalità e moralità alla politica se è lui per primo a calpestare il diritto e a demolire il presupposto base del rapporto tra cittadini e Fisco: la buona fede e il legittimo affidamento?
Come possono le generiche qualifiche di “esperto” o “tecnico” in materia di finanza ed economia, di cui si fregiano questi illustri professori, esser titolo sufficiente per governare, se non posseggono i primi fondamenti della educazione civica, della civiltà giuridica, in una parola dello Stato di diritto?
Come possono gli Italiani credere oggi alla ora “convertita” e aggiornata agenda elettorale del Professor Monti?
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