(di Carlo Viscardi)-
Una ubriacatura generale quella alla quale siamo stati sottoposti in questi ultimi mesi ad opera di tutti i protagonisti della scena politica!
Una ubriacatura di ‘parole’ spesso dissoltesi nell’aria appena pronunciate (l’elenco sarebbe lunghissimo…).
Una sola ci interessa più delle altre: senza se e senza ma… ma soprattutto senza ‘aggettivi’: DEMOCRAZIA
Un carissimo amico il cui mestiere è, a suo dire ‘giocare con le parole’, (filosofo) ci ripete sempre che per affrontare un problema occorre tornare alle origini dei termini, affrontare l’etimologia…
Bene!
DEMOCRAZIA: ha un semplice significato : Governo del popolo (senza alcun aggettivo che, specie in questo ultimo periodo tutti quanti si affrettano ad aggiungere a sostegno del proprio… potere).
L’etimo di ‘Governo’ e ‘Popolo’ debbono essere affrontati in questo terzo millennio e non con le reminiscenze del secolo scorso ne tanto meno dell’800.
E’ chiaro che l’essenza di questi due termini è profondamente e velocemente cambiata in questi ultimi decenni e soluzioni, all’apparenza taumaturgiche non fanno onore ad una “intellighenzia” che oggi li propone (ci riferiamo sia a soluzioni di “Presidenzialismo” che di “Democrazia Diretta” )
Il Popolo di oggi è un insieme di Persone decisamente e/o potenzialmente più informate di quelle di ieri; il Popolo di oggi vuole contare non solo all’atto della decisione (il voto) ma durante il periodo chiamato della ‘conoscenza’ , della ‘formazione’ della decisione…
Il Popolo di oggi è un insieme di Persone che non in modo indistinto né indistinguibile vuole partecipare alla costruzione della Democrazia del terzo millennio. Persone che decidono pubblicamente di voler partecipare al voto, decidono di riunirsi e di ‘dividersi’, portando a sintesi le questioni in base a valori e formazioni culturali che ognuno di noi possiede.
Tutte le analisi che oggi vanno per la maggiore sono solo parole, parole, parole… a copertura di un potere da mantenere.
Dove sta la concretezza di questa ‘idea’?
Nel semplice fatto che, in una società complessa, articolata, post- telematica (e chi più ne ha più ne metta…) come la nostra, ogni cambiamento, così spesso invocato anche da non improvvisati e disonesti Gattopardi, non può avvenire senza il consenso dei cittadini, del Popolo di cui sopra.
Se le regole del nostro stare insieme debbono essere riscritte queste debbono vedere la partecipazione di tutti i cittadini che vogliono attivamente e coscientemente far parte di questo processo costituente.
I problemi concreti quindi non possono essere lasciati alla decisione di gruppi ristretti che hanno trasformato la loro pur corretta natura elitaria in centri di potere quasi assoluto ma debbono diventare appannaggio di cittadini di Liberi elettori…
Mirko Orsi dice
…ma ad una parte del popolo interessa partecipare?..interessa per lo meno informarsi?…oppure preferisce “delegare” in maniera distorta la propria rappresentanza…??,,,attenzione al vizio italico di pensare al proprio “particulare” che ciclicamente si presenta in alcune sacche della societa’ italiana.. sia in strati socio-economici piu’ svantaggiati che in quelli piu’ privilegiati o istruiti….