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Claudio Bellora dice
Sono d’accordo. Il problema della formazione del personale politico andrà affrontato al più presto perché, venute meno le scuole di partito e comunque le tradizionali ‘palestre’ dei primi incarichi (nel settore giovanile, nei consigli di quartiere, nei consigli comunali, provinciali, regionali ecc.) in cui una volta si saggiava la stoffa del futuro uomo politico, vediamo oggi, nel parlamento più ‘giovane’ che ci sia mai stato, una impreparazione totale. Si tratta di persone (quasi tutte dotate di laurea), presumibilmente intelligenti – e lo dico senza ironia perché in Italia di intelligenza ce n’è da vendere, anche se purtroppo spesso viene messa al servizio della capziosità di parte) – ma affette da una pericolosissima sindrome, quella antisocratica: non sanno di non sapere.
Una pericolosa, pericolosissima malattia, che oggi si sta rivelando di esponenziale contagiosità perché si diffonde in modo virale nella rete.
Frequentare e muoversi agilmente nell’universo di Internet non vuol dire essere informati (troppa autoreferenzialità nei siti) e se anche fosse l’informazione è solo la base di un processo che permette di arrivare alla ‘conoscenza’ per culminare nel sapere. E così ritorniamo al ‘so di non sapere’ di socratica memoria.