Non siamo avvezzi ad inserirci nelle beghe dei partiti (o per lo meno di quel che resta dei partiti…)
Siamo incuriositi dal dibattito da “bunker berlinese” che è emerso dopo il voto referendario tra i militanti e i dirigenti del PD; e questo di Mucchetti ci pare tra i più lucidi e puntuali sin qui pervenuti.
Resta tuttavia il fatto che l’analisi del voto non “centra” il problema.
L’altissima affluenza e le reali motivazioni che hanno confermato, al di la del merito del quesito referendario, la valenza politica del voto espresso è di RIFIUTO DI UN ESTABLISHMENT, UNA CESURA TRA LA POLITICA E I CITTADINI: QUASI UN EFFETTO TRUMP?
Il voto referendario sia nelle sua espressione SI che in quella NO ha sancito la crisi del “Politico” una irreversibile crisi della democrazia rappresentativa ed una consapevolezza da parte dei cittadini decisamente superiore a qualsiasi interpretazione.
Cittadini quindi e non individui tutti uguali governabili da una classe dirigente con “frasi , promesse e tasse”; ma pluralità di soggetti che, vorremmo, convenissero autonomamente tra loro in organismi dotati di personalità giuridica e politica e ai quali possono essere conferite funzioni rilevanti per il bene comune.
Questo è l’orizzonte sul quale si deciderà la sorte della Democrazia.. e non solo in Italia.
Questo è il lavoro che ci attende: aprire una fase costituente sicuramente non in “salsa proporzionalista” che tornerebbe a garantire soltanto un establishment: unico responsabile di uno sfascio che ci colpisce tutti.
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