“La destrutturazione dello spazio politico” porta inevitabilmente al diritto privato. Non più soggetti collettivi, Partiti, ma individui liberi siedono al tavolo delle trattative e stabiliscono accordi che soddisfano i contraenti. Qualsiasi prospettiva strategica si contrae al tempo dell’utilità privata;l’opinione pubblica vede nel tecnico la “soluzione” e nel politico un inutile fardello.
L’Istituzione Parlamento è entrata in crisi; impotente rispetto a logiche privatistiche di gestione del potere.
Non vogliamo che dalla crisi della Democrazia rappresentativa nelle forme che finora abbiamo conosciuto si passi alla fine della stessa Democrazia.
“Grandi Spazi Imperiali” fatti da Finanza, economia, Progresso tecnico scientifico, esprimono una grande direzione intellettuale e morale attraverso strumenti come la scuola e i mezzi di comunicazione di massa per influenzare la visione del mondo di cittadini senza potere.
Se i cittadini, privi di potere, abbracciano una visione del mondo che non nasce dalle loro esigenze, il loro agire contraddice i loro stessi bisogni.
È indispensabile sviluppare una visione alternativa del mondo e della società che critichi il senso comune per trasformarlo in buon senso;
“Il senso comune, portato a credere che ciò che oggi esiste sia sempre esistito”, caratterizzandosi come atteggiamento conservatore e tradizionalista, va trasformato in buon senso, con un significato positivo che si oppone al senso comune e risponde alle esigenze reali dei cittadini senza potere.
La destrutturazione nello spazio politico rende i cittdini “spettatori e non protagonisti” della politica, un insieme anonimo di follower.
La soluzione che si fa strada della ricerca di un leader forte e carismatico dalla grande capacità oratoria, che instaura un rapporto diretto e viscerale con i suoi sostenitori, ha il solo scopo di conservare il potere e lo status quo.
Questo Paese ha bisogno di una GRANDE OPERAZIONE VERITÀ a cominciare dalle ragioni profonde, storiche che hanno prodotto nel nostro Paese una grandissima incultura politica.
La società digitale è caratterizzata dalla disintermediazione, dal superamento della rappresentanza, dalla decisione politica diretta, senza bisogno di mediatori, negando in radice le élites della politica e della conoscenza, ma non le élites del potere economico… alle quali appartengono i padroni della rete!
Assistiamo ad una pericolosissima evoluzione dell’idea e della pratica della democrazia. Abbiamo bisogno di nuove culture politiche. Non è in corso una disintermediazione; è in corso una reintermediazione.”
Per questo occorre, prima di tutto, dare risposta a due domande:QUALE SOCIETA’ VOGLIAMO? QUALE DEMOCRAZIA VOGLIAMO? Per dare un senso, un significato al nostro vivere insieme.
La rappresentanza è la “Chiave di Volta” di questo sistema!
Solo coniugando la consapevolezza di una “partecipazione conoscitiva” con un nuovo sistema di delega si può pervenire ad una democrazia rappresentativa “vera”. La rappresentanza oggi garantisce al cittadino un voto, dopo di che il nulla sul piano del controllo e della costruzione delle decisioni.
Ègiunto il momento di riscrivere nuove regole del nostro vivere civile, di aprire una Fase Costituente che non si può limitare alle realtà nazionali ma deve iniziare da un’Europa dei cittadini che pensano alla cessione di sovranità ad uno Stato Europeo.
L’iscrizione, al raggiungimento della maggiore età, alle liste elettorali non può più essere sufficiente ad esprimere “Democrazia”.
Prima della decisione ultima (il voto), le persone debbono decidere della loro volontà di impossessarsi dei processi decisionali che influenzeranno la loro vita, che decideranno del bene comune.
Solo l’iscrizione a un Pubblico Registro degli Elettori di persone che intendono partecipare di volta in volta, esprimendo precisa delega, alla formazione della “governance” delle loro Comunità potrà garantire il passaggio alla Democrazia del terzo millennio.
L’atto primo della formazione della decisione è quindi l’atto che sancisce l’esercizio del diritto di voto in modo cosciente e consapevole. Occorre pertanto riprendere e cambiare l’art.49 della Costituzione per contrastare il processo di de-intermediarizzazionee/o di reintermediazione.
La “Dichiarazione Pubblica di Volontà” si concretizza quindi in momenti di confronto sulle “questioni”, e contestualmente si pone l’obiettivo di giungere ad una sintesi della rappresentanza su due (solo DUE!!) soggetti, garanzia di alternanza al governo della cosa pubblica. Due corpi intermedi che rappresenteranno le politiche che governeranno la cosa pubblica. Quartiere per Quartiere, Comune per Comune, Provincia per Provincia, Regione per Regione solo attraverso la Dichiarazione Pubblica di Volontà dei cittadini e con precisa Delega si costruiscono i corpi intermedi del terzo millennio.
Una iniziativa di tipo culturale prima ancora che politica in senso stretto, che affronti l’Operazione Verità di cui sopra e lavori a un nuovo Rinascimento basato sui Principi e sui Valori dell’Uguaglianza e della Responsabilità.