Tre fatti sono accaduti questa settimana; tre fatti estremamente importanti quasi passati inosservati sotto i riflettori impegnati nel “bailame” post elettorale del 4 marzo.
Il primo, l’arresto di Sarkozy in Francia, secondo; la dichiarazione nell’intervista al Washington Post del giovane Casaleggio, il terzo, lo scandalo Facebook.
Questi fatti non possono essere spiegabili nei termini della cronaca politica o giudiziaria che dir si voglia (ma questo possiamo anche dirlo nei confronti del 4 marzo, decisamente un voto “contro”). Noi riteniamo che questi fatti segnalino quello che Vittorio Emanuele Parsi nel suo bellissimo saggio titola “Titanic. Naufragio dell’ordine liberale”.
Questi fatti segnano, spiegano la natura di una crisi estremamente profonda, ci impongono pertanto di acquisire una consapevolezza intorno a questa natura.
L’arresto di Sarkozy esprime una politica, se così si può definire, in crisi. Una democrazia in crisi stretta tra populismo e tecnocrazia. Una rappresentanza sostituita dalla rappresentazione culminata poi nel fenomeno Macron. La politica come spettacolo, la fine dei corpi intermedi quindi, e la ricerca di un consenso di tipo plebiscitario dove la realtà, l’analisi della realtà è sostituita dal reality dove “signori nessuno” dall’anonimato alla celebrità alla popolarità diventano eccezionali grazie all’occhio delle telecamere.
È una distanza, un vuoto tra rappresentanti e rappresentati sempre maggiore che è impensabile e truffaldino risolvere con l’ingegneria elettorale.
L’intervista di Davide Casaleggio al Washington post è illuminante rispetto agli obiettivi che chi governa questo movimento persegue. Una “democrazia diretta” attraverso la rete con “40.000 preferenze per 8000 candidati” (testuale: 57 clic per la scelta di un candidato…) non è democrazia! E quando Rosseau Open Academy parla di “educare la cittadinanza digitale” ci ricorda molto un antico passato nel quale la “rieducazione dei cittadini” era un must importantissimo. La crisi della democrazia, la crisi dei corpi intermedi trova soluzione in un radicale cambio del sistema di rappresentanza; un cambio di rappresentanza che mette nelle mani dei cittadini attraverso momenti “collettivi-collegiali” le scelte per la governance delle comunità.
Lo scandalo di Facebook di questi giorni ci auguriamo trovi soluzione con il “nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati personali”. Uno sforzo per passare dalla concezione statica del dato come proprietà della persona, a quella dinamica che vede il dato anche personale, come linfa vitale della quarta rivoluzione industriale. Come sostiene il professor Franco Pizzetti, siamo nel tempo dell’intelligenza artificiale delle macchine intelligenti dell’Internet delle cose. È un percorso che inizia ma non riguarda solo la protezione dei dati ma gli enormi cambiamenti che coinvolgeranno tutta la nostra vita e le nostre società.
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