(Arcipelago)-
25 Aprile 1945 : una data che divide ancora oggi noi tutti; coloro che vissero quell’epoca ma anche quelli che come me nacquero nella “Repubblica”.
Divide per una ragione che gli storici comprendono benissimo: non abbiamo fatti i conti con quella storia pur avendone assegnato un giudizio negativo.
Un giudizio che, dopo un evento bellico di proporzioni mondiali e di “incredibile portata etica” voluto da chi governò quel tempo, fu scritto nelle regole che decisero il “nostro stare insieme” LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA.
I Padri Costituenti : una élite intellettuale di grandissimo valore che ascoltando i combattenti ma non solo si impegnò a scrivere una Carta Costituzionale che ha nella sua XII disposizione transitoria e finale un caposaldo : “«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
Nella loro missione tuttavia affidarono alle generazioni che si affacciavano ad un nuovo mondo, ma soprattutto alle “organizzazioni politiche” che combatterono negli ultimi due anni il regime, una missione “non scritta” : una missione pedagogica.
Una funzione pedagogica che contrastasse i disvalori dell’autoritarismo, della xenofobia, del razzismo, del sessismo che furono le costanti del fascismo in tutte le società e che in momenti di forte disagio economico e sociale si ripetono e prendono il sopravvento. La politica di allora con grandi valori e robuste radici culturali nell’ottocento tuttavia non pose la dovuta attenzione a questo aspetto fondamentale per la crescita e l’affermazione della Democrazia
Ma non solo ! La politica “di oggi” non pensò mai di fare fino in fondo i conti con la Storia ; con le ragioni economiche, sociali nonché culturali che consentirono a “quei disvalori” di affermarsi nella società italiana e non solo.
Dalle prime riunioni milanesi di un “sedicente maestro socialista” alla cosiddetta marcia su Roma, al cui confronto il “ grillino Vaffa” appare come un Trattato di Politica, tutto un gruppo dirigente politico non riuscì ad interpretare un mondo che uscendo dal primo evento bellico mondiale aveva iniziato una straordinaria trasformazione.
Una Politica” che consegnò il Paese ad un establishment garantito dalle scelte di una monarchia mai protagonista nel nostro Paese.
E’ da questo assunto che oggi si deve iniziare a comprendere ciò che furono vent’anni di facili illusioni e tremende sofferenze e sacrifici.
Un inganno che le forze politiche che si opposero al nascente movimento fascista non seppero comprendere fino in fondo e non riuscirono a rappresentare nel paese una prospettiva di sviluppo con valori che oggi dovrebbero far parte (…fanno parte) della nostra società
Queste sono le domande alle quali la Politica non ha dato ancora risposte.
Oggi forse è giunto il momento di comprendere quanto grande sia la Responsabilità della Politica per la vita di tutti noi
Di comprendere quanto coloro che sono delegati a prendere decisioni politiche ; coloro che pensano di rappresentare i cittadini in qualsivoglia forma esercitino la loro delega incidono sulla nostra vita.
Oggi è forse possibile ripensare a questa delega
Oggi in questa società del POST COVID le cui trasformazioni hanno trasformato la vita di tutti noi questa delega deve essere più previsa, fatta di una scelta consapevole e cosciente di tutti i cittadini.
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