(di Luca Ricolfi- da http://www.ilsole24ore.com/)-
Il 2015 è passato, la decontribuzione completa non c’è più, forse è tempo di tentare un bilancio. Sono servite le misure di Renzi per rianimare il mercato del lavoro? Apparentemente, la risposta dipende dalla fonte. Se guardiamo ai dati Inps parrebbe di sì: da circa un anno la quota di assunzioni con contratti più o meno precari è in costante diminuzione. Se invece guardiamo ai dati Istat parrebbe di no: il peso dell’occupazione precaria è in costante aumento, e nell’ultima indagine trimestrale ha toccato il massimo storico. Chi ha ragione? Re Salomone avrebbe risolto l’enigma dicendo: hanno ragione tutti e due, dopotutto i dati delle due fonti non sono comparabili, visto che l’Inps si occupa di flussi (assunzioni e cessazioni), o più precisamente di variazioni del numero e del tipo di contratti, mentre l’Istat si occupa di stock, ossia dell’andamento dei livelli di occupazione. Questa visione scettica del problema del conflitto fra dati Inps e dati Istat è anche spesso approdata sui giornali, dando luogo alla tesi secondo cui Inps e Istat di Luca Ricolfi – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/3gqzGz
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