(Alessandro De Angelis, L’Huffington Post)-
Game over. Nel giro di telefonate notturne Matteo Renzi e Matteo Orfini hanno emesso il verdetto finale su Ignazio Marino: “Ora basta, o se ne va lui o lo cacciamo”. Ore contate. Fissata anche una dead line: “Entro pranzo con le buone, se no con le cattive”. Le cattive sono il ritiro degli assessori dalla giunta e la “sfiducia” politica del Pd al sindaco. E’ stato proprio Orfini a far capire a Marino, all’alba, che ormai non ci sono più condizioni per andare avanti. E che a questo punto le sue “dimissioni” sono un atto dovuto, anche per evitare anche una fine traumatica, col Pd che manda a casa il suo sindaco.
A Palazzo Madama il volto del senatore Stefano Esposito, assessore ai Trasporti del Campidoglio, è livido. A domanda sulle fatture di Marino, ringhia. Irripetibili le frasi. Il più livido è però il premier: le paginate sui giornali che ricostruiscono le bugie sui rimborsi, la difesa del sindaco (“ridarò i soldi”) che suona come una ammissione di colpa: “io – ha detto a Orfini – te lo avevo detto che si doveva andare a votare, tu lo hai voluto tenere e hai visto che è successo”. Dopo mafia capitale un elenco di gaffe ed episodi che ne hanno messo in imbarazzo la Capitale: i funerali dei Casamonica, le vacanze americane durante il Consiglio dei ministri su Roma, l’incidente sull’invito del Papa a Philadelphia, ora lo scandalo dei rimborsi spese. Troppo pure per Orfini che, da questa notte, lo ha scaricato. “O te ne vai o ti cacciamo, così non la reggiamo più” il messaggio recapitato al sindaco all’alba di quello che potrebbe essere il suo ultimo giorno. Vissuto come una specie di calamità naturale, ormai il sindaco sta prosciugando il consenso del Pd: “più resta – spiegano al Nazareno – più rischiamo la scomparsa. Se va avanti non vinciamo neanche se candidiamo Bergoglio in persona”.
Per ora Marino ha confermato i suoi impegni in agenda, in un ultimo, disperato tentativo di resistenza. Ma stavolta non ha più sponde: “indifendibile” dicono pure i consiglieri comunali. Il premier già pensa a un’idea, a una trovata, per il voto in primavera che, al momento, si annuncia complicato per il Pd. Roberto Giachetti, lo stesso Matteo Orfini, sono i primi nomi che circolano. Chissà, sono ipotesi. La certezza è che entro sera il premier si aspetta le dimissioni di Marino. Altrimenti lo caccia il Pd. Game over.
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