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Le dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma secondo il filosofo ed ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, hanno un solo colpevole: Matteo Renzi e il suo modo di gestire il Partito democratico. Dagli scandali che sono scoppiati nella Capitale, ora il Pd però rischia la deblace totale: “Anche il governo rischia tantissimo alle prossime amministrative – ha detto Cacciari al Giorno – Anche di saltare, e definitivamente”. Il nodo del problema sta proprio in quel è che diventato il partito che anche il filosofo ha contribuito a fondare: “Il Pd non esiste più. C’è un capo – dice parlando di Renzi – con la sua corte, al centro del sistema, a palazzo Chigi, e qualche reggente, qualche semicapo, sparsi sui territori. Intorno a loro c’è il vuoto”. Dopo aver perso Livorno, Venezia, la Liguria e ora Roma, il destino per il governo sembra segnato: “Se non governi i territori, gli enti locali, le grandi città, non riesci a governare, o perdi, anche la guida del Paese. Successe già a Prodi e all’Ulivo, che non riuscivano ad affermarsi nel lombardo-veneto, e sta succedendo di nuovo oggi. Il problema è il Pd, un Pd che non c’è”.
La soluzione – Cacciari indica un’unica soluzione a Renzi per uscire dal pantano: “Imporre un nome fortissimo per Roma, come Gabrielli, e fare la stessa cosa a Milano, sempre che Pisapia non voglia davvero rimanere, come il manager Sala”. Il Pd milanese, così come nel resto d’Italia, insiste nel volersi avvalere delle primarie per scegliere i candidati a sindaco: “Ma per carita! – esclama Cacciari – Le primarie ormai bisogna abbandonarle del tutto. Servono solo a far vincere, dentro il proprio corpo politico, una linea politica contro un’altra radicalizzando lo scontro, non certo a vincere le elezioni. Ormai – ha aggiunto – la logica delle primarie è una logica perversa e del tutto perdente, il Pd deve imporre i suoi candidati, uomini forti, riconoscibili, e sperare…”.
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