(di https://www.associazionearcipelago.it/)-
Carissimo Professor Parisi
quando Romano Prodi tornò a Milano dall’Europa per candidarsi alla guida del Paese lanciò un grande messaggio che, come una noiosissima zanzara, vorrei ricordarLe: “ vorrei cambiare il Paese ma soprattutto la Politica in questo Paese”…
Il Paese, probabilmente per ragioni più esogene che per volontà di una classe politica che non ha alcuna visione di futuro, è cambiato ; la Politica ( quella che ci ostiniamo a chiamare così !) No!
“La battuta d’arresto dell’ultimo voto” non può essere disgiunta da una semplicissima considerazione : il 52 % dei cittadini non si riconosce in questi partiti ( in questi corpi intermedi (!) ) e l’astensionismo porta al voto il 47 % dei cittadini. Questa non è una questione di “partiti” e di maggioranze ma di sistema ( Massimo Franco) . E respingiamo l’adagio secondo il quale nel mondo ( dominato da un aggressivo potere finanziario ) la partecipazione è congenitamente attestata su livelli sempre più bassi !
Da qui la indifferibile necessità che una elite in questo paese si appresti ad affrontare sul piano culturale prima ancora che politico il tema del cambiamento del sistema della rappresentanza ( Angelo Panebianco compreso: “ abbiamo bisogno di politica. Ma anche di sapere di che cosa stiamo parlando .), e si adoperi affinchè si affidi ai cittadini responsabili la ri-costituzione dei corpi intermedi di una società tecnologicamente avanzata del terzo millennio: esattamette come avvenne nel secondo dopoguerra ..( art. 49 dell Costituzione ..; è l’idea del partito che, a mio parere, andrà riconsiderata… ma soprattutto che questa elite non consideri nel profondo dell’animo i cittadini come voti da contare ma PERSONE CHE DEBBONO CONTARE!
Solo così facendo si possono affrontare le letture negative del risultato elettorale ; tutto il resto è opportunismo politico di bassa lega mascherato da pragmatismo.
Tutto il resto è funzionale ad una normalità che sa di “restaurazione” pur mascherata da una “determinazione riformatrice” che ha dato scarsissimi e gattopardeschi risultati.
Caro professore, come Lei, abbiamo dedicato molte energie a costruire un Partito Nuovo …una Parte che cambiasse la politica in questo paese…
Concordiamo con Lei che quanto si aggira nella “politica “ oggi non è assolutamente portatore di una opposizione credibile ne tanto meno di una alternativa di sistema sul piano Politico-culturale.
Ma per sua cultura non pensiamo che Renzi abbia appreso alcuna lezione dalla Liguria..ed il passaggio di fase di cui parla ( Renzi 3 ..) non potrà avere credito presso i cittadini anche se ricercherà nel proprio campo ( squalificato ed inqualificabile) una base di consenso maggiore.
Per questa ragione questa politica dovrebbe guardare agli elettori invece che agli eletti ma nel modo che noi pensiamo..
La cultura politica di Matteo Renzi , caro Professore, è fatta di accordi come il Nazareno, di Partiti della Nazione con i Verdini di turno..e non con la maggioranza esterna degli elettori ..poi potremmo chiamarlo anche “plebiscitarismo” se vogliamo …!
La cultura politica di Matteo Renzi lo porterà a fare sempre più i conti con quanti, nelle assemblee di gruppo o negli organi di partito, sono per lui interlocutori necessari ( ricattabili e nominati) e spesso determinanti..
La stessa sua posizione sulle primarie oggi non deve stupire; come giustamente Lei ha affermato ..è un ripensamento totale dell’idea stessa del Partito democratico.anche se.. privatamente aprì alla sua proposta di regolamentare per legge le primarie…; un ripensamento che farà ritornare al partito delle tessere e dei caminetti che abbiamo già conosciuto.
“Ci vorrebbe una legge, innanzitutto. Fissando tre regole fondamentali. Primo, ha il diritto di parteciparvi solo chi ha il diritto di votare alle elezioni…”.
E …chi ha il diritto di votare alle elezioni…” è un cittadino che si assume la responsabilità di un atto pubblico che contribuisce a governare questo paese….LINK
Ma che il Paese avesse bisogno di quella rottamazione era ormai un dato da tutti riconosciuto così come Tomasi di Lampedusa, prendendo atto della “spinta rivoluzionaria “ di Garibaldi, “invitò” Tancredi a partecipare nel campo garibaldino per poterne “governare” in ogni caso gli imprevedibili sviluppi.
Gli elementi poi di grande e indiscutibile novità che Renzi avrebbe introdotto rispetto alla insipienza della classe politica della seconda Repubblica non hanno dato il via ad un processo di grande cambiamento: tutt’altro ed i risultati concreti sono li a testimoniarlo.
La credibilità politica caro Professore, Lei ce lo insegna, la Sua vita lo “certifica”, la si ottiene in anni e anni di lavoro ma alla prova dei fatti basta molto poco a perderla definitivamente …e questo Renzi lo sta già provando.
Per questo riteniamo che è parziale e riduttivo affermare che La ricomposizione interna ha un senso politico solo se è guidata dall’obiettivo del recupero di questi milioni di voti.
Caro Professore, per guidare il paese Renzi non ha coinvolto tutta la capacità di innovazione, di intraprendenza, di rischio di chi nel processo di globalizzazione si sente vincente; basta osservare quella che abbiamo chiamato la fotografia del matrimonio di Carrai: il peggio del peggio della economia ma soprattutto della Finanza d’assalto internazionale.
La crescente estraneità dalla politica dei perdenti assumerà ancor più connotati rabbiosi ed antisistema; assolutamente non alternativi a questo sistema democratico in assenza di una proposta pensata innanzi tutto per quanti in questo passaggio si sentono deboli e, appunto, perdenti.
Abbiamo sempre sostenuto che con l’ingegneria politica non si risolvevano i problemi: l’Italicum ne è la riprova! Non perdiamoci : lista corrispondente a un solo partito, o invece ad una coalizione di partiti poco importa quando la rappresentanza è sottoposta all’esigenza di governabilità.
Progetti che ci condurrebbero alle urne oggi crediamo abbiano un che di irresponsabile per lo stato in cui versa il paese; così come è da irresponsabili, a nostro avviso, non porsi il problema, da parte delle elite di questo paese, come da tempo ce lo stiamo ponendo e che abbiamo qui accennato.
Ritornare al “proporzionale “ con questi corpi intermedi sarebbe come sancire con un voto l’equivalenza tra l’articolo 416 del codice penale e l’articolo 49 della costituzione. Qualcuno se la sente di confutare questa affermazione?
Arcipelago
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