(di Carlo Viscardi-Associazione Arcipelago)- Pubblichiamo articolo in risposta a quello di Agostino Pietrasanta dal titolo “L’incompiuta di Mario Monti” apparso sul sito di Citta Futura-
Carissimo Professor Pietrasanta
Ci permettiamo di riprendere il Suo pezzo da Appunti Alessandrini dal Titolo “ L’incompiuta di Mario Monti “ in quanto rappresenta l’approdo ad un ragionamento che stiamo facendo ormai da anni come Associazione Arcipelago.
All’indomani dell’incarico a Monti, salutato peraltro come salvifico data la situazione venutasi a creare, correggendo un amico che vedeva Monti come espressione del “potere economico” del nord, affermammo che Monti era espressione consapevole o meno di un potere finanziario ben più importante.. I fatti ci hanno dato ragione!
Gli atti del governo Monti hanno indubitabilmente un unico comune denominatore: l’attenzione ( eufemismo ) prevalente al “sistema finanziario”.
Ciò detto crediamo ci debba essere riconosciuta la denuncia di un bipolarismo mai nato e non già di un fallimento dello stesso. L’esperienza delle primarie per la costruzione del PD nel lontanissimo 2007, utilizzanti regole che si richiamavano alla “legge elettorale porcata”, ne sono la prova provata.
I Partiti , questi Partiti, non avevano e non hanno alcun interesse a ragionare di bipolarismo; e la Sua riflessione lo testimonia/illustra benissimo.
Nello scenario politico quindi di “questi Partiti” la “salita in politica”di Mario Monti e di coloro che lo hanno seguito aveva un’unica giustificazione, caro Professore, il “bisogno”: il bisogno di ricollocazione sul mercato di “questa politica”. In questa logica ovviamente non poteva non contemplare “..bacini fallimentari”..sia “centrali” che “periferici”.
Ciò che è mancato, se vogliamo essere gentili, più che la leadership è la sintesi politica.
Veniamo a quello che noi riteniamo il nocciolo della questione: la Democrazia in questo Paese.
Affermare sul piano teorico che la Democrazia è concreta, sostanziale e progressiva senza porsi il “come “ sia possibile creare oggi (nel terzo millennio!) gli strumenti che rendono il cittadino capace di scelte consapevoli significa quantomeno accettare lo status quo che “questi Partiti” gestiscono.
L’elettore, così come lo abbiamo sempre inteso, che ogni 5 anni si “lascia abbindolare dalle promesse del cocomeraro” di turno sente oggi più che mai l’esigenza di “contare” nella fase di “formazione” del suo consenso e non solo all’atto del voto!
La rappresentanza elettorale rappresenta quindi “l’atto ultimo” di un percorso che consapevolmente il cittadino deve intraprendere per governare il bene comune, per governare la sua vita!
Questa è la chiave di volta di tutto il nostro “sistema democratico”; e chi non vuole vederlo è semplicemente complice dello status quo che ci porterà ad una “tragicità” più volte annunciata…
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