( da Linkedin – di Lorenzo Baldini )
Recentemente ho letto, come tutti, l’ennesima polemica, stavolta di tale chef La Mantia (che non conoscevo) sui ragazzi impossibili da trovare per il suo ristorante, che lo costringono ad essere lui stesso a servire i suoi clienti. Rilevo alcune novità rispetto alla solita storiella dei giovani sfaticati:
– La Mantia non ne fa una questione di pura svogliatezza, quanto di un cambio di priorità delle nuove generazioni, che preferiscono il tempo al denaro; è già un passo avanti rispetto alla vecchia retorica dei “choosy”, tuttavia andrebbe notata una cosa: le priorità cambiano perché quella che gli economisti chiamano “funzione di utilità” relativa al lavoro dipende in primo luogo dal rapporto denaro/tempo. Detto in maniera semplice: vedrai che se aumenti gli stipendi, i giovani cambiano di nuovo priorità e tornano a preferire il lavoro.
– Lo stipendio è una volta tanto chiarito: 22.000 € lordi l’anno “più gli straordinari”, che su 14 mensilità (da contratto collettivo della ristorazione, se non erro), in Lombardia, senza figli e senza altri redditi, fanno 1.152,44 € al mese.
Ora, anche senza mettere in dubbio che gli straordinari vengano davvero pagati (cosa non proprio sistematica nella ristorazione), qui scatta il divertimento: ci si campa o non ci si campa con 1.152,44€ al mese a Milano? La risposta breve è no, e lo sanno tutti. Ma siccome ho voluto fare l’avvocato del diavolo sono andato su Numbeo (sito che raccoglie dati sul costo della vita nel mondo, che per mia esperienza posso considerare piuttosto affidabile) e ho simulato una vita da persona abbastanza morigerata (in termini di spese “extra” quali cene fuori e svago).
Questo e’ il risultato
Come si può notare, il povero aspirante dipendente di La Mantia spende ogni mese il 35% in più del suo stipendio, da cui si deduce che un cameriere, per avere l’onore di lavorare in questo ristorante, debba indebitarsi di 400€ al mese. Attenzione che, anche se lo stipendio fosse erogato in 12 mensilità anziché in 14, sarebbe comunque di circa 1.344€/mese, ampiamente sotto le spese previste. Considerare 12 mesi non è comunque corretto dal punto di vista finanziario visto che evidentemente la tredicesima e la quattordicesima sono differite rispetto alle spese sostenute dalla persona.
Ulteriori osservazioni/possibili contestazioni:
– Il nostro cameriere si permette addirittura di avere un monolocale tutto suo fuori dal centro di Milano: potrebbe oggettivamente risparmiare 3-400 € andando ad abitare con sconosciuti in un trilocale ampiamente fuori Milano e spendendo almeno un paio d’ore al giorno sui mezzi pubblici (di nuovo, scambiando del tempo con del denaro).
– Il vizioso beve pochissimo, non fuma, non ha la macchina, ma spende quasi 90€ di palestra e altri sport per la cura del proprio corpo. Forse un lusso imperdonabile.
– Notare che questo poveraccio spende circa 204€ l’anno per vestirsi. Mi chiedo quanto costino le scarpe di chef La Mantia.
– La simulazione NON include voci di spesa “strane” e straordinarie come assicurazioni, spese mediche, un paio di biglietti del treno per tornare a casa dai suoi d’estate, una settimanina di vacanza o altre amenità, tipo una pulizia dei denti. Meglio avere denti molto sani se fai il cameriere.
– Evidentemente, se fai il cameriere non è previsto di accumulare dei risparmi, tantomeno di avere dei costosi figli.
– Magari il nostro cameriere riesce a mangiarsi un piatto di spaghetti (addirittura gratis) nel ristorante nel quale lavora? La simulazione di cui sopra non lo considera, ma forse sono stato pessimista.
Questo semplicissimo esercizio io l’ho solo formalizzato, ma è esattamente quello che fanno rapidamente nella loro testa i pigri ragazzi che decidono di non andare a lavorare in posti del genere.
Comicamente, La Mantia afferma “non ho soluzioni”. Io una soluzione ce l’ho: offra 50.000€ l’anno di lordo e verrà sommerso di CV (forse anche di CV di manager di alcune multinazionali, che a Milano guadagnano meno di quella cifra…).
Ad ogni modo, oltre al fatto che quelli come La Mantia spesso vivono in un mondo parallelo e letteralmente non si rendono conto di cosa sia la vita quotidiana di un normale giovane italiano, ciò che lui e che molti altri della sua generazione non capiscono è che, mentre eventuali “investimenti” in lavori infami potevano vedere un ritorno significativo ai loro tempi, quando PIL (e debito) galoppavano (La Mantia è del 1960, figuriamoci cosa voleva dire avere 20 anni nel 1980 in Italia vs averli nel 2022…), oggi questa cosa non è più vera, ed un operatore economico razionale non investe nemmeno un centesimo di € oggi se è ragionevolmente sicuro che domani non otterrà niente in cambio. Siccome i ragazzi sanno che se oggi cominciano a fare i camerieri a 1.100€ al mese, tra 20 anni saranno ancora
camerieri a 1.100€ al mese, ma con in più 20 anni sulle spalle e zero soldi in banca, semplicemente dicono “no, grazie”. Ripeto, da un punto di vista economico è perfettamente razionale, dato che il ritorno dell’”investimento” è ragionevolmente nullo (o negativo). Anche perché basta andare 600-1000 km più a nord e lo stipendio, tra fisso e mance, raddoppia (con costo della vita comparabile).
Un datore di lavoro che dice “non riesco a trovare camerieri a Milano, eppure offro 22.000 € lordi” è del tutto equivalente ad un cameriere che dice “non riesco a trovare un ristorante dove lavorare a Milano, eppure chiedo 100.000€ lordi”. Purtroppo, caro La Mantia, le curve di domanda e offerta funzionano in entrambe le direzioni.
Lascia un commento